Mi piacerebbe tanto fare i trailers dei film

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Ok.
Allora venerdì sono tornata a correre in tenuta assolutamente fuori allenamento. A parte il fatto che mi sembrava di averci l'inferno e un pezzettino di purgatorio dentro quelle cose chiamate polmoni, oltre a tonnellate di pollini. Ma comunque, basta (un attimo) riprendere il ritmo per tornare come un tempo.
Volevo parlare invece del mio odio verso quelli che ritrovo a correre in qualsiasi giorno e a qualsiasi ora diversa io scelga di andarci. Il bello è che hanno il dono dell'ubiquità.
Un conto è dire: vado in tenuta e ritrovo la gente di sempre, alla solita ora, più o meno al solito chilometro e alla solita, odiosa, sostenuta velocità. E invece no!

Inizio a correre in una via remota della mia microscopica cittadina che toh! Eccotelo arrivare, sempre lui, con quei suoi tre o quattro capelli bianchi al vento, orologio ultima moda che ti segna la tua possibile velocità nel caso corressi restando fermo.
Io lo guardo in una frazione di secondo, perché la mia lentezza rispetto alla sua velocità non mi consente di andare oltre e lancio fulmini e saette. I quali non sono utili comunque per riuscire a raggiungerlo.
Oppure. Un giorno vado a correre prima di pranzo e me lo ritrovo, il giorno dopo verso sera ed è lì che si stiracchia. Probabilmente perché avrà corso 24 ore di seguito e sta riprendendo fiato?!
Oppure è la mia solita, deleteria, proiezione mentale.

Che poi io sono anche idiota: c'è gente che è allenata, voglio dire, è inutile farsi prendere da spinte competitive.

Perché, qui lo dico e basta, io non sono AFFATTO competitiva

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No, è vero eh

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Questo fine settimana non ho fatto nemmeno una foto, continua a diluviare buio
e allora mi sono presa un film.

Buona serata.

Ps. devo vedere questi






Molto voce fuori campo

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Sono un briciolo morta. Il mio fisico si sta riducendo ad un pezzo di carta stropicciata. Tra l'altro non so quanto sia piacevole sentirsi dire, ad ogni incontro nuovo,
-ti vedo scomparire sempre di più-
Che tra l'altro è un gran bel paradosso.

Ma comunque, in questi giorni credevo di impazzire.
Perché a due giorni dall'esame non è cosa così gradevole non sapere sede, aula, orari, girovagare per quelle 4 o 5 sedi sparse per Firenze chiedendo istericamente alle portineriee/o segreterie un po' di normale organizzazione universitaria.
Poi vabeh, io sono materiale facilmente deformabile: è cosa da niente iniziare ad immaginare che 6 mesi di corso universitario con tanto di professore, in realtà, non fossero mai esistiti.
Mi è venuto il dubbio che la persona che ci faceva lezione fosse una mia proiezione mentale, un mio stato d'esistenza incredibilmente colto e incredibilmente essere maschile
il quale stava lì, col microfono accanto alla cattedra a riempire lavagne di dimostrazioni e calcoli strutturali, telai e matrici, sezioni e diagrammi, culi e camicie.
Fantascienza da bere, tra le altre cose.


Aggiungo che in tutti quei 10 o 15 Km percorsi ho perso una costola ad ogni starnuto, un polmone ad ogni colpo di tosse e la consistenza pseudo-normale dei mie capelli per colpa della pioggia e delle folate a quota +6000 su Piazzale Michelangelo (tanto per accorciare un po' il giro di ritorno a casa), i quali si sono trasformati in un gomitolo
Gomitolo e punto, non è che.

Riassumendo, come sempre,
qualche fotografo che passa di qui mi potrebbe consigliare quanto potrei farmi pagare per dei servizi che mi hanno chiesto? Io non so proprio, considerando che non sono professionista e non voglio fare la figuraccia di chiedere troppo, oppure troppo poco.
:-/

Coffee stop

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Intanto mi ascolto Bloody well right dei SuperTramp. Poi mi concedo al fantastico rito del coffi fatto a regola d'arte con la moka.
No, perché ci sono davvero pochissime cose che sono orgogliosa di saper fare e una di queste è fare il coffi.
Per me prepararlo è come per Semola quando prepara il fantino de "La spada nella Roccia".
Sono soddisfazioni.
Tra l'altro in questa casa non mancano mai tazzine dal bordo spesso e iper colorate, basse e larghe o strette e lunghe. Personalmente parlando odio quelle dal bordo fine, che ti sembra di bere dalla carta velina e il caffè perde consistenza.
E' inutile.

Riassumendo: dopo aver girovagato per 48 ore in moto, con soste pensate per scattare fotografie su fotografie su fotografie, rincasando in casa non prima delle undici e mezza con tutto il verde dei colli toscani fin dentro gli occhi e i rovesci di pioggia dentro il cappuccio viola della felpa
riassumendo

ora sono qui con la mia influenza, dopo nottate di febbre in cui ho sudato i sette pigiami che nemmeno i quaranta ladroni potrebbero (non so, era per usare qualche altro numero)
MA

in sostanza

sono piuttosto soddisfatta delle foto che sono venute fuori da pasqua e pasquetta.

Comunque, veramente, cosa vuol dire quando per preparare un esame non so più che cosa ripassare? Che ho studiato davvero tutto per bene? Che sono rassegnata perché, comunque, mi manderà fuori a calci in culo all'orale, senza pietà alcuna? Che, in realtà, non ho proprio mezza voglia di mettermi sui libri? Che, forse, dovrei mollare tutto aprire uno studio di foto in piena Toscana, guadagnarmi da vivere arando i campi e preparando torte?
Non ho risposte pronte, in ogni caso. Però l'ultima alternativa mi attira molto, non è che qualcuno si unirebbe...?

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Questo il Mondo fa girar!

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Comunque la gente deve capire una cosa.
Quando sto facendo una foto ad un vicolo di un borgo, la/le persona/e non si deve/devono nascondere dietro i muri, arrestare improvvisamente, trattenere i loro bambini dal correre giù per una discesa, o una scalinata, o una stradina piena di meravigliose mattonelle rossastre.
NO!
La gente deve fare come se io non esistessi, come se non fossi appostata in cerca di qualcuno che passi proprio di lì, in quel dannatissimo esattissimo momento. Una bella sagoma, sfuocata al punto giusto da inserire nell'inquadratura a mio completo piacimento.
E invece scappano tutti come se avessi una bomba a mano, piuttosto che una macchina fotografica. Aaaaaaaaaaaa! Ciò mi procura fastidiosissimo fastidio.

Devo, di contro, rendere grazia con un coro polifonico al 105 mm, ogni tanto mi giova ricordare le meraviglie di quest'ottica. Bisogna parlarle come se fosse una piantina, o meglio, un essere umano: il tuo miglior amico di sempre, il braccio destro, la spalla su cui piangere (spesso quella che lo sorregge da due ore).
La perfezione del 105 non mi trattiene comunque dal ricoprire di insulti la gente che non osa mettersi in posa quando sto rubando loro un ritratto, costringendomi a incartamenti acrobatici per
- trovare l'inquadratura
- essere molto, ma molto veloce
- rincorrere il malcapitato finito nel mirino se troppo distante
- non farmi sentire dai passanti mentre dialogo con la macchina fotografica e il soggetto della foto (quindi trattasi di monologo)
Al che: rendiamo grazia ai Nikkor, che tra i sovraffollamenti della costa ligure riesce comunque a mettere a fuoco silenziosamente e TAC. Passa la paura.

Ho appena finito di bere una damigiana di camomilla, mentre la mia gatta ha leccato estasiata la bustina del filtro... Ma per caso conoscete qualche altro gatto che si droga di camomilla o di tisane? La mia ne va pazza, io non so.
Ci dev'essere qualcosa di bizzarro che svolazza libero in questa casa.

Buona pasquetta e buon tutto,
io sprofondo sotto il piumone.

Moonloop

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Adesso mi ascolto un po' di Porcupine Tree.
Oggi chiacchieravo di foto e architettura con una ragazza che ha un bel po' di talento e che è diecimila volte più avanti di me tecnicamente, anche se non lo vuole ammettere.
Allora, diciamocelo.
Dopo aver ritirato le stampe in b/n da analogica, posso decisamente affermare che amo il bianco e nero. In realtà era ufficiale anche prima.
Comunque volevo dire un'altra cosa.
Inizio di nuovo. Dunque.

Nelle fotografie che faccio noto che c'è somiglianza con il mio modo di vedere le cose. Cioè, io sono un tipo così: non cerco molto un filo logico generale, vado a sensazioni.
E' più un qualcosa di "pulsante", di istintivo. Anche il fatto di ricercare i contrasti, i colori decisi e poi stancarmi totalmente fino ad ottenere ritratti morbidissimi e profondità di campo limitata.
Io non lo so se è giusto o sbagliato, sicuramente è impulsivo. Un dare e fare tutto e chissenefrega se ricevo.
Triliardi di micro me che si sparpagliano come goccioline, scivolano frettolose e indecise fino ad arrivare dove devono arrivare, percorrendo tante vie e trovandone altre e tante d'uscita.

Quindi non lo so, stavo pensavo a questa cosa e allora mi chiedevo se non fosse il caso di sedersi, alzare un po' il volume della musica
e fermarsi.

Almeno per un poco.
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Pausa coffi.
Le mie finestre comunque non sono abbastanza isolanti dalle così dette "sbraitone" del quartiere. Io non lo so cosa c'hanno al posto delle corde vocali, perché vi assicuro che i doppi vetri qui sono efficaci su qualsiasi altro rumore assai fastidioso.
Un giorno mi affaccerò e inizierò a urlare come una pazza isterica, arrivata al culmine della sopportazione.
Fatto storico è, tra l'altro, che io sia tutto meno che paziente con il genere umano. Sicché. Siamo a cavallo.
Poi oggi ho anche deciso di affrontare il tutto stoicamente, dal momento che si sta avvicinando Giugno e prevedo che sarà un mese per me impossibile. Viva l'estate, viva l'amur.

Torno alle mie simpatiche matrici 20000x20000.
Con permesso.

Put on your old brown shoes

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Avevo bisogno di una caffettiera da 3 solo per me.
L’aria tiepida primaverile si sta facendo spazio tra le seimila cosa ancora non concluse. E DEVO assolutamente concluderle.

E’ un periodo che odio lasciare tutto a metà, ho bisogno di fare ordine nelle piccole cose e soprattutto di riordinare questa testa che è immersa nella confusione più totale.
Ed io ODIO non avere il controllo. Anche se illusorio.

In più sto prendendo atto di una svogliatezza latente che mi porta a non aver più stimoli nel condividere gran parte delle “cose” mie, forse sbaglio. O forse sarà solo una fase, anzi, quella fase
che precede un tipo particolare di salto.
Di qualità

?

Mi sento tipo appesa e saltellante,
quindi tutto nella norma.