La mia sensibilità al negativo si chiama
essere molto incazzosi.
Che non è, banalmente, essere polemici o permalosi. No, è proprio essere incazzosi.
Mi ci vuole tutta una buona volontà per tapparmi la bocca e respingere la mia incazzosità. Tirare fuori una specie di diplomazia, che da qualche parte devo pure avercela nel mio microminuscolo cervello e/o corpo, per mediare le parole tra me e la vittima.
Io devo demotivare i così chiamati "personaggi". Sempre, è più forte di me.
Non so: avete in mente quelli che fanno i fighi ovunque e comunque? Quelli che come lo fanno loro nessuno mai, quelli che come lo dicono loro, come lo pensano loro, come leggono loro, come camminano loro, come ridono loro, come si credono di essere loro, come si piacciono loro, come piacciono loro, come soffrono loro, come scrivono loro, come complotta l'intera umanità contro le loro preziosissime cagate.
E potrei davvero proseguire all'infinito, ma non credo di averlo a disposizione ,
perché non sono Chuck Norris.
Che poi non è cattiveria, la loro.
Hanno soltanto un cervello ancora più microminuscolo del mio e credo ce ne voglia d'impegno.
Qualche ragazza con qualche ridicola cosa alternativa, ma mai eccessivamente appariscente prima di tutto il resto.
Non so un enorme ciondolo di plastica colorato su un'ampia scollatura, la quale ovviamente tutti noteranno. E la ragazza in questione fingerà di odiare il genere umano maschile, che nel frattempo sta sbavando per la sua quarta o quinta misura .
Lei, povera, spera soltanto che qualcuno noti il suo preziosissimo gioiello da spacciare per una rarissima pietra, o portafortuna, regalato da uno di quelli che leggono le carte (però me le ha lette in Tibet, in tibetano, tra l'altro). Un ciondolo che testimonia il suo spirito incredibilmente sublime e femminile.
Tutti vorrebbero parlarle, per cinque minuti soltanto. Tutte vorrebbero essere come lei.
Ma è troppo impegnata ad aggiustarsi l'orlo del suo vestitino o a limarsi i chilometri di unghie e a guardare intensamente negli occhi tutti coloro che osano sostenere il suo magnetico sguardo. Specialmente tutte le altre ragazze del mondo, naturalmente invidiose del suo essere COSI'.
Lei, che è proprio COSI'. Genuina, unica, poco costruita.
Oppure loro. Allora.
Loro arrivano e ti guardano. Non so come, ma riescono ad osservare tutte contemporaneamente, con quel sorriso beffardo e invincibile, mi si siedono di fianco, lentissimamente, sperando di essere ammirati da tutte.
"Ohtttìo, guarda che robe lullì"
E ci mettono seimila anni per aprire una borsa, perché le loro mani curatissime devono fluttuare, ondeggiare con movimenti morbidi, da incanto.
Quindi niente, stamattina mi sono svegliata incazzosa, o per dirla in italiano
facilmente irritabile.
Ora mi doccio e me ne vado per qualche giorno:
moto, Andy, stelle, cielo e fotografie.