Dopo una giornata passata in moto attraversando il passo delle cento croci, percorrendo all'incirca 200km, col vento che spirava come se fosse inverno inoltrato e le dita che spuntavano dai guanti sempre più a forma di polaretto, tentando di immortalare qualche
cosainteressante... Tipo i colori surreali a metà esatta tra la pioggia e il tramonto, il rosso mattone acceso di qualche foglia già caduta dall'autunno fino sopra l'asfalto... Il giallo quasi bianco dei prati e bacche rosse e nere disseminate qua e là. Qualche animale gigante svaccato beato sull'erba, a guardarmi storto perchè devo essere proprio ridicola vestita di 7 strati e col
giubbotto di salvataggiopiù capelli tutti sbaruffati, raccolti alla meno peggio e gli occhiali da sole a ripararmi
da cosa, che fra poco arriva il diluvio universale?
Si arriva a casa alle otto passate, una doccia bollente rigenerante, una pizza e chiacchierate sulla fotografia, su come sei tu e come sono io e come siamo noi e come non sono loro.
La differenza è che ci arriviamo prima.
Dopo più o meno 10 ore di tutte queste cose, arriva il momento più atteso: m'infilo sotto il piumone azzurro, camomilla calda ( e per calda intendo adatta soltanto ad una bocca d'amianto), capture+photomatix+photoshop+fotografie odierne, luce non troppo potente, musica a volume corretto.
Manca solo la presenza fisica di qualcuno, ma infondoinfondo è ancora qui.
... While my guitar gently weeps ...
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