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- Un ombrello sul Mondo _
Le lavatrici, il giardino semi-allagato, il caldo soffocante come la calca degli autobus, gli sguardi della gente, Ben Harper per ascoltare, i pensieri che non si possono pensare, le parole che ti dico uguale prima di addormentarmi, la tv che rimane accesa mentre dormo, il silenzio all'interno del mio quartiere alle otto di sera, la finestra di fronte con le tende porpora dalla quale suona un sax, ogni tanto. La brezza fresca del portone semiaperto sulla pelle accaldata, la chiave che gira e divide la notte dal giorno, la sostanza dal contorno, il mio dal tuo. La chiave che gira.

20e34... Sto lentamente decadendo. Il collo assume la forma della gobba di Andreotti perchè chiliechili di robba dentro lo zaino, sulle spalle da questa mattina alle sette, non giovano alla schiena. Let it shine, let it shine...
Forse si aggiunga anche che nemmeno l'umidità giova. Mi sa. Non è granchè il diluvio universale che si scatena puntualmente appena metto piede fuori allo scoperto.
Ci vuole veramente il fisico. Ci vuole veramente il fisico?

Lontana ma mai distante.

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