Rovescio

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Stasera sono esaltata. Non so come mai, ogni tanto mi succede.
Secondo me sono meteoropatica al rovescio, sento il temporale di oggi con tutti quei fulminetti che si scaricavano sulle apuane. Stupendi, se visti dal finestrino del treno.
E il rombo che conciliava il sonno, comunque il mio si concilia da solo.
Allora mi sono ricordata del cartone Fantasia della Disney, da piccola c'ero un po' fissata, specialmente la scena in cui Zeus si incazza e lanciava i fulmini e si rimboccava la nuvola.
Stupendo.
Devo rivederlo tutto ORA.


Ho tutte le spalle spelate che non è un gioco di parole, e soprattutto non c'è da comprare una consonante.

Pro | Contro

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Tramalona: termine carrarino per indicare qualcuno di estremamente imbranato, scordinato e spesso con equilibrio fisico piuttosto precario.

Sono tutta sbaruffata comunque.
Tanti pro e contro viaggiare in moto.
I pro: vento tra i capelli, aria fresca da respirare, le curve, trovi subito parcheggio, il sole ti accompagna con un tepore piacevole, le stelle ti sembrano più vicine, puoi urlare qualsiasi parola al vento, la piacevole stanchezza - quella classica post gita, simile a quella del liceo dopo che non dormi per giorni, ma ti rende tanto euforica -
I contro: tremila nodi tra i capelli, aria rovente quando ti fermi per far passare l'unica vecchina nel raggio di chilometri a 37°C di Maggio , una volpe che ti attraversa la curva di notte, fa la finta di tornare indietro e i numeri per schivarla, leghi i caschi dopo aver parcheggiato e perdi la chiavina del lucchetto, prendi l'insolazione dopo averla cercata per un'ora in un prato enorme (senza trovarla), le stelle non sono mai troppo vicine, se la parola è culo bisogna fare un po' di attenzione, la schiena tronca.

I pro in generale della Val d'Orcia: la vallate che io amo e non mi stancherei mai di fotografare, la quiete che ti permette di prenderti delle ore per aspettare che una farfalla si posi in un fiore qualsiasi per farle una macro, i campi sterminati di papaveri e grano che qui non ci sono e a me piacciono tanto, avere un ragazzo che ti fa seimila foto in questi posti,svegliarsi al mattino presto per andare in quelle stradine sterrate ideali per schioccare una grandangolata coi fiocchi e magari un casolare abbandonato proprio lì, sulla sinistra o sulla destra, ma comunque da un lato. I cieli puliti che sembrano pennellati, orizzonti non pervenuti, pali della luce inesistenti, miriadi di vicoletti toscani su cui governa silenzio anche di sabato sera, su cui piomba la notte e puoi fare lunghissime esposizioni, le colazioni epocali, la cucina casereccia, il profumo.

I contro in generale della Val d'Orcia: non riesco a riprodurre la bellezza, le farfalle non si posano MAI quando ci sono io nei paraggi, al mio naso non piace molto la primavera, saltare come una pazza in mezzo ai campi perché il mio ragazzo deve farmi le foto, non ricordarsi di settare iso 100 e lasciare iso 1000 dalla notte prima ( tornare a farle uguali al tramonto perchè non si possono perdere delle foto così per la mia inutile testa di cippa). Non ci sono contro, non ci sono contro, non ci sono contro, non ci sono contro, l'obesità inevitabile, non ci sono contro.

Le macro che ho tirato fuori mi hanno soddisfatta, alla faccia della banalità.
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La mia sensibilità al negativo si chiama
essere molto incazzosi.
Che non è, banalmente, essere polemici o permalosi. No, è proprio essere incazzosi.
Mi ci vuole tutta una buona volontà per tapparmi la bocca e respingere la mia incazzosità. Tirare fuori una specie di diplomazia, che da qualche parte devo pure avercela nel mio microminuscolo cervello e/o corpo, per mediare le parole tra me e la vittima.

Io devo demotivare i così chiamati "personaggi". Sempre, è più forte di me.
Non so: avete in mente quelli che fanno i fighi ovunque e comunque? Quelli che come lo fanno loro nessuno mai, quelli che come lo dicono loro, come lo pensano loro, come leggono loro, come camminano loro, come ridono loro, come si credono di essere loro, come si piacciono loro, come piacciono loro, come soffrono loro, come scrivono loro, come complotta l'intera umanità contro le loro preziosissime cagate.

E potrei davvero proseguire all'infinito, ma non credo di averlo a disposizione ,
perché non sono Chuck Norris.
Che poi non è cattiveria, la loro.
Hanno soltanto un cervello ancora più microminuscolo del mio e credo ce ne voglia d'impegno.

Qualche ragazza con qualche ridicola cosa alternativa, ma mai eccessivamente appariscente prima di tutto il resto.
Non so un enorme ciondolo di plastica colorato su un'ampia scollatura, la quale ovviamente tutti noteranno. E la ragazza in questione fingerà di odiare il genere umano maschile, che nel frattempo sta sbavando per la sua quarta o quinta misura .
Lei, povera, spera soltanto che qualcuno noti il suo preziosissimo gioiello da spacciare per una rarissima pietra, o portafortuna, regalato da uno di quelli che leggono le carte (però me le ha lette in Tibet, in tibetano, tra l'altro). Un ciondolo che testimonia il suo spirito incredibilmente sublime e femminile.
Tutti vorrebbero parlarle, per cinque minuti soltanto. Tutte vorrebbero essere come lei.
Ma è troppo impegnata ad aggiustarsi l'orlo del suo vestitino o a limarsi i chilometri di unghie e a guardare intensamente negli occhi tutti coloro che osano sostenere il suo magnetico sguardo. Specialmente tutte le altre ragazze del mondo, naturalmente invidiose del suo essere COSI'.
Lei, che è proprio COSI'. Genuina, unica, poco costruita.

Oppure loro. Allora.
Loro arrivano e ti guardano. Non so come, ma riescono ad osservare tutte contemporaneamente, con quel sorriso beffardo e invincibile, mi si siedono di fianco, lentissimamente, sperando di essere ammirati da tutte.
"Ohtttìo, guarda che robe lullì"
E ci mettono seimila anni per aprire una borsa, perché le loro mani curatissime devono fluttuare, ondeggiare con movimenti morbidi, da incanto.

Quindi niente, stamattina mi sono svegliata incazzosa, o per dirla in italiano
facilmente irritabile.

Ora mi doccio e me ne vado per qualche giorno:

moto, Andy, stelle, cielo e fotografie.

Good luck, my babe.

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E' da molto che non respiravo una notte così silenziosa e fresca
dal cielo pulito, nero e puntinato di micropallini bianchi.

No, non ho fumato niente
non mi serve.
E' la naturale conseguenza di giornate colme di caos, e del continuo vociare di gente che spara frasi ad effetto
che non me ne può importare di meno, effettivamente.

Via, via
vado via con me.

Life in Technicolor

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Nonostante la sveglia alle 5.31, le quattro ore di treno andata | ritorno con lettura leggerina del buongiorno | buonasera tipo "Cavie" di Palahniuk, la corsa per arrivare in facoltà fresca come una sorgente (di cazzate) entro e non oltre le nove (e ciò vuol dire stazione->facoltà in meno di dieci minuti quando a passo svelto ne dista una ventina. Infatti ho deciso che parto di casa in tuta, mi porto il cambio e quando scendo dal treno inizio a correre con lo zaino in spalla. E chi s'è visto, s'è visto. )

Dicevo: entro e non oltre le nove, per essere pronta ad ogni domanda possibile ed immaginabile del professore di diritto urbanistico... Che ancora non ho capito se è perché mi ha preso in simpatia oppure tutto l'opposto, ma comunque l'importante è dare risposte con un certo abarraplomb che poi non ho, infatti notare l' a privativo.
Nonostante le sette ore di lezione globale, sono super estasiata per l'esperienza in camera oscura. E' da sempre che desidero usare i rivelatori, le pinzette, le bacinelle, la carta fotografica...
Non vedo l'ora di sviluppare il mio primo vero rullino in bianco nero. Anche se comunque ottenere una stampa dal foro stenopeico con vista duomo non mi ha fatto molto schifo.

Una ragazza (la quale ancora ignora che fra molto poco poserà per me) mi dice:
" Cavolo. Io avrei paura a stare qui dentro da sola. Tu non avresti paura?"
La guardo, ma non ho la certezza che se ne accorga, e allora le avrei voluto rispondere
- Stare qui dentro è come essere avvolta nell'ovatta, una sensazione di non sensazione, di calore delle cose, degli oggetti, delle persone. Un po' come tirar fuori un coniglio bianco da un cappello magico-
Poi le ho risposto solo che
" Ma no, è rilassante"

Non so come mai, molto spesso non dico tutto quello che realmente mi passa per la testa. Troppo spesso non dico niente di niente.
Forse perché un po' odio quando gli altri mi guardano come se fossi scesa da una nuvolona, a triliardi di universi paralleli da qui.

E altro cielo, altra corsa.



YES

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E' per questo che io AMO la musica!
Mi proietta dappertutto, ovunquetutto: un flashback di 1/1000 di secondo ed il sole torna a battere sulle mani fuori dal finestrino dell'auto che acchiappano l'aria e poi la tengono stretta. Nient'altro che una manciata di buoni pensieri.
Il caldo è quello di Luglio inoltrato, accanto ho le mie amiche che alzano il volume della radio, suona "Yes" dei Coldplay ed è la ventunesima volta che l'ascoltiamo.
Colori d'estate, il verde intenso che sussurra piano al rosso del tramonto, s'intona con il vento tra i capelli ed io che scatto foto.
Vorrei fermare ogni attimo, so che è impossibile, ma per fortuna ho i miei cinque (forse sei) sensi. Forse non mi ricorderò i nomi (anzi, non me li ricordo e basta), ma i volti, gli odori, le sensazioni al tatto sono sempre vive in me, pronti a rivivere.
Mi piace, è una sensazione di completa pienezza, un gradino più sopra della leggerezza
e so per certo che molti mi possono capire, senza che dica altre parole.

E' per questo che capita spesso
di incontrarmi con il sorriso.

Why are you running away?

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Non so come sia possibile, ma delle volte mi dimentico di quanto sia stupendo The Wall, nonostante l'abbia ascoltato una miriade di volte dai 14 anni in poi.
Adesso il ricordo più vicino che mi torna è Run Like Hell nelle cuffie, il terriccio asciutto sotto le scarpe, inizi a correre e la voce di Waters che ti carica. Per un attimo, davvero, ti senti che la fatica a 'sto giro non ti può minimamente sfiorare. Infatti vai sempre più veloce, perché sei a metà tra ingenuo e masochista.
Poco importa.

Invece il ricordo più lontano arriva da una gran quantità di aria estiva sulla pelle, gli occhi chiusi, forse un sorriso ma non ci metterei la mano sul fuoco.
Fuori ci doveva essere un silenzio improbabile, di quelli che esistono soltanto verso le due del pomeriggio se ti trovi sul terrazzo e tutto il resto del mondo è sulla spiaggia, a tavola, sul divano. Poco importa dove siano gli altri, comunque, se ti trovi immerso in un oceano fatto di minuscole bollicine di musica, sensazioni, odori, voci confuse. Il cotone sulla pelle, una manciata di quei sogni lì in meno.
Poco importa dov'è tutto,
se non ne hai la percezione.