Rain

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Di nuovo piove.
Questa mattina ho scampato il diluvio, giusto una mezz'ora per fare qualche foto sulla spiaggia, con la luce ideale per i ritratti.
Sarà così: ogni colore per ogni stagione.


Ora con la tazza bollente tra le mani e un po' di buona musica ad accompagnarmi, ci sta bene un po' di solitudine. Dopo questi giorni di chiacchiere in mezzo alla gente, regali con una percentuale del 90% di viola, cibo, serate con gli amici stretti al pub, fughe al cinema col classico tempismo del tipo alto 6 chilometri che mi si piazza davanti e le sedute che mai, MAI, sono posizionate in modo strategico.
Dopo le camminate ad ogni ora del giorno e della sera cercando di mantenere un aspetto degno...direi che mi ci voleva proprio
di prendermi un po' di tempo, di fare ordine mettendo via il caos in un cassetto vuoto
di sogni.

E il mio pensiero stasera va a chi ce l'ha fatta
assieme ad un abbraccio calmo
come la Luna.

La messa a fuoco.

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Andy, il mare ed io
sulla stessa lunghezza d'onda .


Discanto

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Oggi mi ha svegliata un lunedì di pioggia.
La neutralità del cielo e dei passanti con i loro ombrelli a motivi tutti uguali.
Un lunedì lontano secoli da un weekend distaccato dal tempo e dai luoghi: ho fatto in tempo a dire che da noi non nevica mai, che a Sarzana siamo usciti dalla pizzeria con il cielo mentre fioccava bianco e il freddo da accucciarsi morbidi dentro i cappotti e le mani in tasca.
I tetti spolverati ad addolcire la luce, che con tutto quel chiaro sembrava di essere proiettati dovunque ma, comunque,
di non essere lì.
Bella la sensazione di estraneità.
La sabbia bianca, i piedi freddi e le guance rosse come ciliegina su un distaccato collage a colori.
Il mare grosso ed un cane che corre.
Non ho fatto tutte le foto che vorrei, ma questo fa parte dell'ovvietà.

Sono stati giorni di fattezza molto leggera e pochi pensieri, per essere contenti della piccolezza, a concludersi al di sopra delle righe con il concerto di Fossati da emozionarsi facile.
Attenzione: facile, ma non scontato.
Trova la differenza.

Portami via da questo inverno, portami via da qua.

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Assioma Zen

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Se vuoi che qualcuno si interessi a quello che fai
interessati prima tu a quello che fanno gli altri.



The Eraser

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Occhio a fare terra bruciata intorno.

A proposito di terra, visto che è un Lunedì abbastanza negativo nonostante stia cercando di ignorarlo, parliamo di Sabato in cui siamo stati a Volterra e finalmente, dopo non so quanto tempo, sono riuscita a fare qualche foto di street.
Che volevo sottolineare sono le foto che mi diverto più a fare, specialmente quando penso
"Ma che ce frega?"
E allora mi dimentico di molte impostazioni mentali, di tante combinazioni chiamate tempo e diaframma, concedendomi la libertà di provare.
Mentre faccio questi ragionamenti passano soltanto dei millisecondi, tanto che non mi rendo conto di farli. Sono cose che vengono dopo.

Venerdì, invece, sono entrata alla mostra di Tommaino per fare un servizio fotografico con Andy [ che poi non si è fatto].
Ma non è importante.
Quello che c'è da evidenziare, in realtà, è che dopo tre minuti avevo già l'orticaria, causato dal clima dell'alta cultura e dell'alta arte. Alta cosa?
Forse ALTRA arte, cioè quella che non è arte. Ma che cazzo è l'arte?
Bella domanda.
Io non lo so, ma di certo se vedo delle cose che non mi PARLANO e che non sono nemmeno delle BELLE cose, nell'accezione più stretta del termine, allora penso
si va proprio dietro all'incomprensibile.
Perché voler dare un significato a qualcosa che non ce l'ha? Perché questa forzatura
e voler stupire.
Se un significato c'è arriva, se non c'è arriva l'esigenza di volerlo trovare.
Ma abbiamo già fallito in partenza.

Ti piace?
Beh. A me no.
Fattene anche una ragione.

Easy

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Potere decisionale.

Io credo fortemente che la mia università ed i miei professori insegnino.
Cioè, questa cosa non è banale.
Mettersi in discussione non è banale.
Motivare ogni singolo pensiero che si trasforma in un'idea che si trasforma in un segno che assume un significato. Sentirsi chiedere continuamente perché.
Dover parlare ad un gruppo di persone che non conosci, mettendo sui tavoli come sei, cosa e come vedi,
oltre che i tuoi disegni, interessarti di arrivare e convincere che stai facendo una cosa giusta.
Sentirsi dire: questo è interessante. Cioè, per me ha un valore ENORME.
E mica esagero.
Per quello quando sento dei miei amici terrorizzati per un esame da preparare su power point e da spiegare in aula, dico sempre: benvenuto nel mondo reale.
Qui è sempre così, c'è sempre e dico SEMPRE qualcuno che guarda, osserva, che pone domande. Quante volte dopo ore e giorni di disegni che io pensavo
"oh a 'sto giro ho fatto qualcosa di decente"
e mi sono vista strappare tavole, impuntarsi su un dettaglio per me, ed invece per qualcun altro era di fondamentale importanza. Direi discriminante. E le incazzature da non dormirci la notte.
E' formativo, anche per la fotografia, per qualsiasi cosa esca dalle mie mani.
Quando fai una cosa, anche se bella ci DEVE essere un motivo, un punto di partenza ed un punto di arrivo; sai che se non hai il motivo gli altri lo percepiscono, come se ti trovassi in mezzo ad un campo minato a pensare
"Qui c'è qualcosa che non va". Un briciolo ironica la cosa.

Ascoltare quello che le persone vogliono dirti. Sentirsi svuotati ma allo stesso tempo pieni
di altre cose
nuove.
E' così.
Ed è la cosa che mi piace di più.

Questi posti davanti al mare

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Mi piace vagare senza meta di sera, alla luce gialla dei lampioni sotto quella pioggerellina finissima che cade sul cappello di lana. Tipo la pioggia che usano nei film per le scene romantiche.
Fantasticare su un futuro che si immagina ancora lontano, o forse mi attende appena girati l'angolo, come un gatto tricolore a giro, sul paraonde.
I granelli scuri di sabbia lì, a confondersi col mare. Fra poco sarà il loro turno.
Comunque, poi, l'inverno.

Un bel fermo immagine.
Ma, se Dio vuole, è solo realtà.


the power of NOTHING

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Molta, molta intolleranza per le baggianate dal salotto delle buone maniere.
Non c'è cosa peggiore di quando mi accorgo che qualcuno fa,dice, pensa le cose per sentirsi benvoluto da chissà quale cazzo di mondo e tutta quella finta modestia che mi irrita il sistema nervoso.

Uno fa le cose perché ha voglia di farle e se ha voglia di farle le fa bene.
Punto, finisce lì.

Cartolina

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"Ti scrivo caro fiore,
che qui non nevica e non piove
più"

foto di Andy

... Sono tornati i fine settimana in questi due giorni, dopo circa un mese che non se ne vedeva uno come si deve.
Ritrovarci sulle strade e sulle curve dell'autunno, sul punto di arrivare alla fine delle sue sfumature accese.
Cercare un albero arancione da mettere come sfondo pagina di una giornata.
Si vola e si scende come un'altalena,
si respirano i profumi che non ci appartengono con gli occhi che seguono,
si avvicendano le casine abbandonate, le foglie che planano
con tutta la calma del mondo,
e pensare
mi piacerebbe riuscire a fotografare una persona che, nel mentre, mi guarda glaciale, diretta.
Il silenzio scandito dai rintocchi del vento sulle mani, dove c'è aria fradicia di colori freddi, sole e nuvoloni, pioggia e tramonto.
Mi piace questo ritmo, lo sento pieno.

Quei fottuti piccoli gesti che ti abbracciano la vita,
piano.




a u t u n n o

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Jessica
Nikon D300 + 50mm f/1.4
luce naturale

a u t u n n o

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Jessica
Nikon D300 + 50mm f/1.4
luce naturale

Hello Goodbye

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You say goodbye and I say hello.

E' ufficiale.Le giornate di fine mese si stanno letteralmente rincorrendo a ritmo dei The Beatles, in sincrono con le ferrovie dello stato, in ritardo con i miei programmi, in anticipo con i miei desideri, alla larga dai miei buoni propositi.
Sempre più sconcertata dal comportamento della gente, dal gioco della pagliuzza e della trave. Sempre più convinta che non siamo affatto tagliati per capire la gente.
Ma solo per vivere profondamente qualche persona.
Infittire la lana colorata dei rapporti umani
con cui ci scaldiamo quando cambia il vento.

E poi sì,
le persone si incontrano per caso, non c'è niente di predestinato e di magico.
La magia arriva dopo, se ne siamo capaci.



Quello che resta.

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E' quello che conta.


I've been searching for my wings. Some time.

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Grigio e bianco, in tinta perfetta con la notte in dormi-veglia, in contrasto netto con la pausa caffè.
Allora esco dalla porta
vestendomi di viola, berretto arancione, borsa verde.
E mentre cammino per le strade, praticamente sole,
cerco di non pensare alla gran fifa che ho, al non deludere le aspettative, al non deludere soprattutto me stessa e tutto quello per cui e grazie al quale sto percorrendo questo sentiero. Alla felicità, nervosismo, eccitazione, incredulità.

E' semplicemente un altro gradino da salire.


Guardo in alto il cielo che scolora, tutto
e una canzone che risuona tra le pareti del mio fantasticamente minuscolo mondo

...
i've got my heart, here in my hands now.
i've been searching for my wings,
i've been searching for my wings some time
'cause i'm a bird girl
and the bird girls go to heaven,
i'm a bird girl
and the bird girls can fly




Moonlight is bleeding from out of your soul

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Questa mattina mi sveglia il mio aspetto al limite tra l'inverosimile e la devastazione più totale.
Mi guardo allo specchio e noto, in ordine: le occhiaie, le occhiaie, le occhiaie
(mi addormento)
la bocca gigante in modo assurdo e rossissima
"Oddio ma cosa mi sta succedendo"
La mia voce da oltretomba dopo aver dormito tutta la notte respirando con la bocca perché il mio naso non esiste più.
Ah già. Noto anche che il mio naso non esiste più.
Apro l'acqua bollente della doccia, sperando nel miracolo: ovvero di potermi trasformare in un genio stratosfericamente gnocco. Ovviamente non per la consistenza.

Invece esco dalla doccia bollente (dopo essermi ri-addormentata sotto il getto del bocchettone) ugualissima a prima e preoccupata per i miei capelli,
come ogni volta che esco fuori tentando INVANO di dar loro una piega.
Non fa una piega, si dice. E non a caso.
Bevo il tè verde a 6000 gradi dalla tazza desideri e mentre il vapore si innalza inebriando i miei sensi sepolti da coltri e coltri di inutilità, fuori si scatena una tromba d'aria, phonnandomi di ghiaccio i capelli, che oramai...
Da vera eroina salvo la mia gatta che stava per vorticare sul terrazzo assieme ad una miriade di foglie rossebarragiallebarrarancio.
Buongiorno Autunno!

Comunque io sottolineo che ne è valsa la pena, anzi STRAVALSA la pena. Non potevo perdermi il concerto dei Porcupine. Che dire, indescrivibili.
Io imbottita di actigrip, completamente anestetizzata da qualsivoglia sensazione umana, estraniata dalla loro musica aliena.
Perché, diciamocelo, non sono umani.
E se a Milano, due anni fa, erano stati strepitosi,
a 'sto giro si sono superati, suonando due ore e mezzo: la prima parte eseguita magistralmente con tutto The Incident Disc 1 e se mi aveva convinto meno di Fear of a Blank Planet, dal vivo mi ha ipnotizzato, coinvolto, stravolto il cervello e soprattutto il cuore durante I drive the Hearse.
Pezzo, a mio parere, capolavoro.

Nella seconda parte -revival cattivissimo-
Wilson raggiunge il culmine con Anesthetize e procede con una scaletta per niente scontata, passando da The Start of Something Beautiful fino a toccare picchi melodici con Lazarus.
Inevitabile il bis, considerati anche noi tutti,
calorosissimi a fare i cori o ad ascoltare in religioso silenzio.
Tanto che secondo me i porcospini erano sinceramente stupiti.
Finale col botto: Trains, una delle mie preferite di uno dei loro album TOP- In absentia.

Al ritorno, in macchina, canto un mix di parole a caso tra Radiohead, Beatles & Rolling Stones, con la testa che mi precipita
sul sedile dal sonno.

Ed un volo leggero.
Tutta -la- vita.

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Oggi penso a tutte le persone lontane.

E che invece vorrei avere vicino.


A tavoletta

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Un giorno e mezzo di "festeggiamento" Halloween per capire che:
la bassa affluenza non esiste negli stessi posti dove esistiamo noi
Domino ha il braccio meccanico ed estendibile per agevolare gli autoscatti da Marte
le previsioni del tempo sono una nostra proiezione mentale, il freddo polare no.
Di conseguenza, zupparsi completamente capelli, felpa, maglia, sciarpa a Novembre non è una buona cosa, monopolizzare gli asciugatori elettrici dei bagni meno, ed ancora di meno se a rimetterci è la frangia tipo cane anni '70 (che sono già pentita di essermi fatta, tra l'altro.)
la Horror House di Movieland non ha un finale filo-ironico come io pensavo, non c'è nessun figurante che spunta alla fine del percorso con un phon per far ridere la gente dopo 10 minuti di totale smarrimento.
Quello che ho scambiato per un phon era una sega elettrica ed il figurante era Jason. Almeno credo.
Non ho potuto esorcizzare il mio terrore per IT perché, quando ho sentito la voce provenire da un tombino :
"Lo vuoi un palloncino?"

ero troppo intenta a non sbattere contro un muro del tunnel, il quale, completamente buio, era tracciato da delle lucine rosse posizionate a 6 metri di distanza l'una dall'altra... E la mia vocina intermittente isterica finta sicura da capofila poteva risultare alquanto fastidiosa
"OOOOOH CI SIETE TUTTI DIETROOOOO??"

Che se avessimo avuto i nostri mantelli avremmo fatto una discreta figura e che per una volta il Benny ha avuto ragione. Che se il Benny russa bisogna chiamare il gatto. Che sono tornata tanto bambina e il metro e venti per me non è un'altezza da sottovalutare, dear guest.
Che guidare le macchinine per me è come essere sulle montagne russe; anzi, per chi è in macchina con me.
Che il Rock Restaurant fa malissimo alla linea anche se mi regalate il bicchierino rosso,
ma fortunatamente ce l'ho parecchio lontano da casa e comunque i Take That non sono affatto rock. Gli AC\DC tanto, e vanno quasi sempre bene. Anzi, sempre.
Che io mi diverto con poco, specialmente se ho la macchina fotografica tra le mani, e gli altri si divertono poco quando ho la macchina fotografica tra le mani.
E belle cose, bella squadra,
tornare alla routine, riacquistare un tot di decenza sarà sicuramente più piacevole nonostante rimanga ad ogni modo un'impresa improbabile.

Oggi tutta questa pioggia cade a pennello per una tisana calda, un plaid rosso a quadri sulle ginocchia e buona musica nelle cuffie.


Punto. E ricomincio da capo.

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Camminare sul tappeto scricchiolante e giallo, sotto una luce fredda di Ottobre, finito troppo presto e senza neppure una foto. Ma quante di notte,
me le sogno e me le segno. Prima o poi le realizzo.
Funziona così.
Firenze: immersa nel totale silenzio, nell'insolito vociare più silenzioso del solito, ogni tanto interrotto dai miei pensieri a mo' di centrifuga.
Ogni volta che esco dal corso di progettazione urbana carambolo per la strada con nuove visioni delle cose, per questo dico centrifuga. Arrivo in aula vestita di verde ed esco stropicciata di arcobaleno.
E probabilmente mi beccherò anche qualche insulto, ma che bello che è guardare le idee su carta delle persone, le idee che prendono forma, viaggiano a pari passo con le parole, con le immagini a colori
tutte a costruirsi come uno di quei video accelerati, il cervello che elabora, trasforma, intuisce.
Che vabbè, ci saranno anche le paginate di calcoli, di formule, di teoria, di anni di studio ...
Ma cazzo, sarebbe proprio bello essere capaci di FARE ANIMA.

They don't give a fuck about you.

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E' un bel periodo pieno, in cui mi sento soddisfatta nonostante a volte sia preda di crisi di panico di fronte a muri che mi sembrano insormontabili.
Ma il bello è anche lì.
Mi sto rendendo conto che il merito di queste mie sensazioni positive va a me, che sono capace di stare da sola
e alle persone che mi stanno accanto, che mi fanno sentire libera e al contempo così legata a loro. Senza tanti rigiri di parole.
Non è una frase fatta, ma un dato di fatto: imparare a stare da soli e a volersi bene senza che ci sia qualcuno a fianco che, per condizioni al contorno, ti elevi sul piedistallo con le classiche frasi a livello standard, beh. Secondo me è essenziale.
Mi fa ridere chi dice
-Facile, adesso che qualcuno a tuo fianco ce l'hai-
C.G.C.
Che Grande Cazzata, dico io.

Ho sempre avuto qualcuno a mio fianco, ed ero io a starmi a fianco, nel bene o nel male.
A fare i conti con i miei sbagli, con le mie illusioni/disillusioni, con la mia immagine che proiettavo così come gli altri volevano che fosse.
Non sono mai stati gli altri a farmi male.
Sono semplicemente stata io a permetterglielo.
Così ho mandato a 'fanculo tutti i meccanismi e ho pensato che, forse, se mi fossi voluta bene per davvero, fino in fondo, fino al micro.millesimo mio difetto, mi sarei svincolata dall'esigenza di camminare con qualcuno a fianco per essere felice.
Io l'ho capito solo stando da sola e per un bel po' di tempo.
Per questo voglio vivere chi ho accanto, non per sentirmi speciale attraverso i suoi occhi o per avere conferme.

Viverti. Punto. Niente di più, niente di meno.

Che quel muro di perfezione che, a volte, ci si costruisce davanti per sentirsi dire che siamo perfetti non esiste.
Consolante, no?

Il tempo

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Vola.


Il bello dell'alzarmi molto presto al mattino consiste nel vedere l'alba e nel poter scegliere la colonna sonora più adatta al momento.
Questa mattina è stata la volta di "Last chance to evacuate planet earth before it is recycled" dei Porcupine Tree
mentre pensavo che mi piacerebbe fare una levataccia per fotografare la nebbiolina fitta a strati sottili sotto cui si risveglia la campagna toscana.
Ed è ancora più bello perché fuori fa un freddo "béstia".
Mi piacerebbe anche fotografare certi scorci tra i quali passo praticamente tutti i giorni e ogni volta penso - ne varrebbe la pena-.
In più varrebbe davvero la pena
fotografare tutte le cose che in un determinato momento desidererei tantissimo fotografare.
Persone, visi, alcuni particolari dei passanti che incrocio per strada, le mani, la gestualità, di cui un po' ammetto di essere fissata. Ma mi piace.
E' un mondo che sento parecchio mio, un mondo in cui credo che le persone si esprimano al meglio, ancora di più se inconsapevolmente. Ancora di più di quei vortici vuoti di parole ripetute all'infinito, fino ad annullarle completamente.
Si accartoccia il significato e si getta via.
Alla fine è anche questione di osservare. Difficilissimo, nella sua banalità.

I wish I was

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Oggi c'è del sereno, e della malinconia. Infatti penso che la canzone perfetta sia questa.
Ultimamente mi capita di ripensare a certe cose che ho perso, oltre che alle persone.
E non mi manca la fisicità, o forse sì, ma non è tutto.
Mi manca ciò che davo per certo di non perdere mai: le abitudini spezzate, il profumo del pomeriggio quando rincasavo da scuola.
Mi manca ritrovare quei cieli sotto cui camminavo, quel modo di osservarmi intorno.
Mano a mano ho sentito perdere un po' di certezze, e la trovavo una cosa bizzarra, quasi impossibile.
Adesso mi meraviglia il contrario. E ricerco la certezza.
Forse è anche per questo, anzi, sicuramente per questo, che non riesco a ritenermi pienamente soddisfatta.

Mi piacerebbe per un giorno aprire la porta di casa, sapere di trovarti seduta sulla sedia della cucina, composta, con il foulard azzurro e grigio posato leggero sulle spalle,
lasciare lo zaino nell'ingresso e darti un bacio.
Niente di più, niente di meno.
E' stupido questo desiderio, ma al contempo mi lascia un sorriso di fianco al cuore.

Questa sera

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Camomillina bollente tra le mani, stanchezza, entusiasmo, sensazioni pacifiche nell'animo, un puzzle di pioggia, pozzanghere a specchiare gonfi nuvoloni d'aspettative
sotto forma di Autunno e di vento freddo.
La trapunta rossa ad aspettarmi, gli occhi che si chiudono da sé.
Mark Knopfler in poltrona numerata a Lucca per il 10 Luglio 2010

!!!

e
Walking Blues

nello stereo, nella vita
in generale.

Il gioco del Silenzio

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Posterla [Fosdinovo]
Nikon D200
Sigma 17-70mm @ 17mm f/3.5
tempo esposizione 1/25

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[ on air:
Prairie wedding- Mark Knopfler
cioè capolavoro]

Oggi potrei dire molte cose, delle quali la maggior parte sarebbero tutt'altro che positive,
specialmente per il fatto che mi sono svegliata all'alba a vuoto ed è già la seconda volta dopo solo una settimana di inizio delle lezioni. Perché se non mi si presenta un professore e non mi avvisa sulla sua carinissima bacheca on line di 'sta minchia, scusami se mi c'incazzo. Visto che tiro fuori i soldi di abbonamento di treno, di tasse e di buona volontà nel farmi 4 ore di viaggio per starti a sentire. Te e tutti quelli come te, che non capiscono che esistono i pendolari e non tutti possono permettersi una casina sopra la facoltà, ma si svegliano tre ore prima per arrivare puntuali alle nove. Ullàlà che rivelazione.
Ma oggi non ho voglia di sottolineare l'ovvio, voglio dare retta soltanto al mio entusiasmo e al fatto che, 'sti cavoli, quello che faccio e che mi sto costruendo giorno dopo giorno mi piace proprio. E se mi guardo intorno me ne rendo conto sempre di più, così come parlando con le persone.
Ancora di più scontrandomici pesantemente, ma non è nemmeno la soluzione lasciar parlare sempre e continuamente, se ciò che sento e che vedo va contro a quello che penso io, a quello in cui credo io, a quello che sento.

Comunicazione VS indifferenza.

Gocce di caffè

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nero, amarissimo e per oggi la canzone perfetta è Starless dei King Crimson.
Ieri ho fatto il primo bagno al mare dell' Estate.
E stamani mi sveglia un cielo bianchissimo ma sull'orlo della pioggia, per niente in tempo con la sveglia, i gabbiani che volano bassi, il parco completamente sommerso dalle foglie cadute ed un silenzio fuori

dal normale.
Preferirei fosse la normalità, perché io amo
la normalità.

Poi, comunque sia,
è già Autunno.



Ed è subito fava

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Ho fatto la mia di regalare le mie ex cuffie giganti a mio babbo. Adesso appena entro in casa arrivano prima le sue note stonate che tutto il resto. Poi non so, continuando così il mio isterismo congenito potrebbe subire un'impennata decisiva e irreversibile.

La nuova sede è gigantesca, mi sono persa una decina di volte e ho girato tutti i bagni di tutti i piani perché dovevo dare l'illusione di sapere dove stavo andando ad ogni persona che incrociavo.
Vabè l'illusione ai autodistrugge dopo cinque nanosecondi nel chiedere a chiunque:
-scusa ma l'Aula 2?
risposte varie ed eventuali:
-eh devi uscire, poi girare il cortile, poi salire le scale, poi attraversare tutto il primo piano e la trovi-
oppure
-eh guarda è proprio lì dietro-
o meglio
-hmmm non è qui subito di sopra?-

CERTO COME NO.

Se non sapete come rispondere, potete, ad esempio, fare come me:

-scusa posso chiederti...
-No guarda, non mi chiedere niente-
- ... -

Volevo comunque solo dire, che è invano tentare di mantenere un certo aspetto guardabile quando la mia giornate ricominciano con la sveglia delle 05.50, 4 ore di treno e quasi otto ore di lezione (oggi ridotte a 5 perché, essendo il primo giorno, il professore di laboratorio di restauro non sapeva più cosa dire, dopo aver parlato dalle due alle quattro).
Ma, ad ogni modo, già verso le nove e mezza credo che la mia faccia fosse fortemente provata (soprattutto dalla temperatura tuttora troppo elevata. Cioè io non posso farcela se non arriva il freddo polare ADESSO):

un tizio, mai visto e conosciuto, di fronte allo sportellino numerico della segreteria mi guarda e mi fa
-sei in fila?-
-eh sì. Sono la C111 (che vuol dire aspetto ancora due turni da cento e mi girano le palle della fortuna)-
-ma tieni!-
E mi dà due numerini immediatamente successivi.

Ecco. Queste sono le cose che ti sistemano la giornata, da sorriso ebete, da sentirsi proprio fortunata, con il Mondo sotto i tuoi piedi. Quindi, così,
mi ha fatto contenta.


( Nice Dream )

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Evita
NikonD300 +50mm f/1.4 @ f/5
tempo di esposizione: 1/320
luce naturale

Oggi piacevole scoperta di questa ragazza, un viso particolarissimo da un'espressione totalmente distaccata dal mondo, con la testa un po' sopra le nuvole, ed i piedi tuffati dentro un prato di colori.

WAR MACHINE

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E comunque sono contenta di essere capace di dire a qualcuno:
Cazzo, sei stato veramente bravo.
Evitando di trovare per forza di cose quel pelino nell'uovo, che tra l'altro, non c'è.
Senza provare quella vena d'inferiorità che contraddistingue chi invece non riesce mai a tirare fuori un apprezzamento sincero, per colpa di quel sentimento inutile chiamato invidia.
O presunzione. O, nel caso peggiore, presunzione di essere invidiato.
Mi fa una tristezza infinita.

Credo di non aver mai fatto un servizio fotografico tanto più improbabile e divertente.
Un'ulteriore conferma che io adoro le persone che non si prendono sul serio, ironizzano sul proprio modo di essere e sulle difficoltà che ciò comporta.
Quelle persone che non ci tengono proprio a ribadire a tutti quanto e in cosa siano migliori, ma sono già migliori mostrandosi, semplicemente, così come sono.
E ne vanno fieri.



Gabriele, luce naturale
Nikon D300 +50mm f/1.4@ f/3.5
Tempo di esposizione 1/80

Fa.sì

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Ok. Sono decisamente in fase Radiohead.
In particolar modo in fase Black Star.
Oggi ho stampato i nuovi orari. Ho constatato che da fine settembre e fino alla prossima estate non avrò PER DAVVERO un cazzo di tempo libero, considerato che probabilmente passerò le mie giornate sul treno ringobbita sui sedili, a stilare dettagliatamente metodi di sopravvivenza. In realtà niente di nuovo rispetto a prima, ma
che ci vuoi fare.
Non so, te?
Respirare gli ultimi giorni di libertà, ad esempio.
Essere in quella graduatoria si rivelerà sicuramente un vantaggio, io me lo sento, io ne sono sicura (metodi di autoconvincimento), io sono sulla strada giusta (hm, sì, ma per dove?)

OK. Basta farsi domande e darsi risposte.

Fuori si aggrovigliano nuvole scure, ovviamente in tempo per domani, in cui ritornerà la pioggia a scrosci, e in cui avrei un ragazzo e una ragazza da fotografare e che non fotograferò perché non è piovuto per tutto Agosto in cui ero sui libri a sudare tipo sauna, ma vestita. Tranne quando eravamo sulle Dolomiti. Infatti lì è piovuto.
No dico.
Stai parlando con me, Tannen?

Dio, non potete capire in che stato siano i miei capelli.

Nude

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E la natura vive.



NikonD300-Nikkor 60mm f/2.8@ f/3.5
Tempo esposizione: 1/125



Una foto al giorno...

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Potrei avercela


Nikon D300 - Nikkor 50mm f/1.4 @ f/4
Jessica, luce naturale

Collapse the light into Earth

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La pioggia dà tregua. Ci vestiamo in fretta, io e l'entusiasmo,
scartabelliamo un'idea improvvisata, prendiamo per mano una delle nostri migliori amiche di sempre, uno dei suoi sorrisi vicini alle corde del cuore.
Che suonano un po' in minore, ma chissà forse
ancora per poco.

I sassolini bianchi sopra alle gocce d'acqua, un fiore rosso seduto fianco a fianco al tramonto
e davanti a noi
la sera ci dà tregua.
Porta tra le braccia rosa nuvoloni d'inchiostro azzurro,
la sabbia umida del mare tra le dita smaltate
ed il silenzio
tirato fuori dal suo personalissimo cilindro magico.



Senza troppe parole.

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Sto viaggiando lontano, ma non mi sono drogata... E' merito del concerto di David Gilmour, non so come fa una persona a superarsi sempre. Come fa?!
Geniale, semplicemente geniale. Solo a vedere tutto il Royal Albert Hall colmo di persone che si alzano e battono le mani e si emozionano mi si stringe il cuore! Chissà cosa deve significare per lui, cosa può provare.
Inarrivabile.


Intanto per quello che mi riguarda, bollono nel pentolone un po' troppe cose, ed io la notte non ci dormo tanto bene. Ma al contempo sono esaltata, positiva

e la ruota me la giro nel verso che dico io.

E ti ritrovo di sicuro vita

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Stasera mi chiedo come fanno le persone a vivere senza avere una minima passione dentro la propria vita. Un fiammiferino da accendere, quando fuori viene buio pesto e presto.
Allora mi ritengo fortunata, un po' perché sono frettolosa ma riesco a calmarmi e ad aspettare, un po' perché cambio spesso idea e perché ci sono giorni in cui ne ho veramente tante e vorrei sperimentarle tutte, ma poi viene fuori il discorso della fretta eccetera.
E insomma. Mi calmo.
Mi sento fortunata perché quando tutti parlano e dicono e insegnano, io sto zitta.
Perché quando mi succede qualcosa di triste, fuori, non lo sanno mai,
ma quando c'è qualcosa che mi riempie il cuore devo dirlo e gridarlo e ridere forte.
A costo di sembrare scema.
Spaccare tutto,
ma in silenzio e perseverando.

So che molte persone penseranno
"Anche per me è così"

ma per certo
io so che non è mica vero.





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Pausa.

Certe cose non mi appartengono più. Certe persone non mi appartengono più. Certe volte non mi appartengono più.
Non so chi di voi, sicuramente tanti,
lo abbia mai provato
camminare
camminare
camminare da soli
e guardandosi intorno, guardandosi indietro
avvertire piano piano un soffio sottile
che cancella via quello che hai lasciato alle spalle
che manca poco perché non ti trascini via anche te
come un granellino veramente minuscolo in mezzo a tutto quanto di infinito di sabbia, di cemento, di calore, di vita non ti è permesso di toccare.

E più il soffio insiste e più ti senti sradicato da qualsiasi cosa che c'era e che non c'è più,
da in qualunque modo tu fossi ed ora non esiste, puff, svanito, sollevato, via.

Sempre più leggero.

E mi sento meglio.







Ho sognato una strada

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Lago Passo Stalle


Distese verdi di vento e strade bianche
a formare un sorriso sul bordo dell'acqua
qualche rumore di passi a rotolare sui sassi, a ciondolare nei silenzi
e scricchiolano
due o tre margherite a far da cornice
alla terra di sentieri
color terra
alle pieghe sul viso del lago
color incolore sul blu del cielo.

Oltre me
una casina sotto una tettoia di nuvole
ed una scia bianca

lontana.



Great day

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Dopo una levataccia alle 5.00 con lo zaino di quasi 10 kg sulle spalle (traumatico nelle discese e nelle risalite, che nemmeno Battisti saprebbe), un viaggio in autostrada che sembrava più una sola andata per l'inferno, una doccia rigenerante, una cenetta coi fiocchi in albergo e una ronfata da paura,
ci prepariamo all' Austria.
Mi sento veramente anomala vestita come Darth Vader, ma non c' è altro modo che viaggiare in moto così, fortunatamente direi perché,
dopo qualche ora sotto le nuvolone scure, superati il Passo Stalle, minuscoli paesini e, come regalo, la mano biasciata da un ponymiominiponyvola,
si giunge a Lienz, assieme ad uno dei peggiori temporali mai visti.
Vaghiamo incauti col casco sulla testa per la città,
cercando di trovare un luogo per sfamarci alle ore tre del pomeriggio.
Ma dopo 10 minuti infiniti di vagabondaggio inizia a tuonare a randa.
Intelligentemente troviamo riparo dalle scariche di fulmine vicine
ma molto vicine
a noi.
Tanto vicine che mi sono cagata addosso
o meglio, per usare un eufemismo un po' più femminile,
ho pregato i dodicimila santi in dodicimila lingue differenti, mentre cercavo di trovare una canzone allegra da cantarmi dentro la testa per sovrastare il rumore di pioggia incessante durante la via del ritorno, fino a raggiungere una specie di catarsi individuale.
(Great Day)
Non è servito a nulla, chiaramente.

Fortunatamente la pioggia cessa poco prima del Passo, mi giro verso destra ritrovando uno scenario glaciale, acqua smossa dal vento, mani quasi totalmente ibernate. Il quasi è fondamentale per prendere la macchina fotografica...
Faccio tipo per correre giù, fino al bordo del lago Ortsee, cercando di rendere giustizia con un'esposizione adeguata a tutto quel.





Fino al giorno dopo, comunque, non avevo ancora chiaro che colore fosse l'azzurro.




SFATTEN

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Decisamente sfatten!

Penso a triliardi di cose e dopo quasi 14 ore di moto per tornare a casa posso affermare che ne è valsa la pena. In mezzo ad un'andata e ad un ritorno devastanti, ho vissuto luoghi stupendi, che racconterò quando avrò riacquistato una certa forma simile a quella umana e quando il mio cervello smetterà di girare in fulina.

Per adesso camomilla, scarico foto e Dire Straits di sottofondo.
Buone dormite...

In poche parole

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Alienata e scema.



Ovviamente non vi dovete far ingannare dall'accuratezza del mio aspetto nella foto, in quanto si tratta di un autoscatto fatto qualche mese fa e soprattutto c'è molto photoshop, ma non ve lo devo di certo spiegare io. Mi sembra chiaro che in realtà sono a colori, anche meno strabica e non porto gli occhiali, volendo.

Queste mie ultime settimane di Agosto sono monotone: sveglia, tre tazze minimo di tè verde, 4 ore circa sui libri, doccia, preparo il pranzo, pausa caffè fortissimo in cui guardo il mondo da un oblò a forma di facebook o di qualche altra cagata, altre 4 ore circa sui libri, le quali spesso comportano
- quintalata di fogli strappati sparsi dovunque
- scrivania invasa dal caos, caos invaso dalla scrivania
- odio improponibile verso le linee storte ed i millimetri di sprecisione, e chi mi conosce sa a che livello di pignoleria io possa arrivare
- caldo, moltissimo caldo alimentato dalla lampada che illumina a giorno esattamente da quell'angolazione che non proietta odiose ombre sul foglio immacolato
- so a memoria i 28GB di iTunes, di cui mi sa che devo rinnovare la libreria a 'sto punto

Quando rinsavisco e quando mi rendo conto che con 35 gradi ci vuole tanta forza di volontà ad impegnare il cervello in tutti questi ambaradàn scientifici aggratis, ma che è necessario visto che passerò una settimana di nullafacenza nelle dolomiti ed Austria
allora quando rinsavisco cosa faccio
mi ritaglio quell'oretta in cui chiamare i miei amici che coincidono con i miei non modelli e sfiocinarli di foto a ritmo serratissimo.
Oppure semplicemente vado a prendere un po' di abbronzatura lunare dormendo d'in piedi, o raccatto proposte di lavoro per Settembre tipo: due matrimoni tra Settembre e Ottobre, fotografare tre giardini in culonia a Greve in Chianti, fotografare i concerti di un gruppo iper metal dark sperando di uscirne viva, dare delle lezioni d'italiano ad una bimbetta che inizia le medie e che non parla nè inglese nè italiano,
attendere attendere attendere
i colloqui per il tirocinio ed il 3 Settembre per sapere cosa ne sarà della mia vita universitaria futura, quindi, a seconda dell'esito,
la tesi che non è solo un power point di 'sta fava, ma 5 tavole Azero ed un plastico in scala 1:100.
Ciò vuol dire stare anche la notte al computer ed essere ancora più facilmente irritabile.

Ma comunque, se Dio vuole l'Estate è finita, o quasi.

Solo una sana e inconsapevole libidine salva il giovane UH

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Basta basta bastaaaa . a . a. a. a. a. a


Per oggi ho dato, 7 ore (anzi 8 quasi 9) ingobbita sotto il peso della mia insopportabile pignoleria geometrica e millimetrica, più pausa pranzo-coffi e mezz'ora di pericolo per il Mondo intero nella quale ho desiderato di compiere una strage con compasso e righello. Roba di grande precisione, ad ogni modo.
Mi infilo le scarpe e vado a farmi una pedalata sfogacervello e rilasciatossine eccetera eccetera eccetera.
Non ho solo le scarpe comunque eh.

Ok.
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Da delirio concerto di MorganMarcoCastoldi ad un tour di 200 km sulle Alpi, alla ricerca di fresco fresco, da giorni con voglia impressionante di studiare e portarmi avanti un bel po' di lavoro ad altri in cui non passa la voglia di fare nulla.

L'estate e il suo respiro incerto.

Passano ore in cui fare come i gatti, allungati alla finestra
e seguire con gli occhi i movimenti fin troppo lenti nelle mani del mondo
a ricamare gente, ad imboccare speranze, a disinibire sogni.
La notte dipinta di notte da una mano tremula, infradiciata di afa e stelle. La notte ballerina, con l'estate colma nel bicchiere
e qualche goccia di pioggia a ticchettarmi piano il tempo
sulla fronte.

Fermo immagine sorridi
guarda in su

e buona fortuna.








ACTION!

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Un bel po' stupenda questa mini vacanza a Gardaland e Movieland. Sottolineando che i parchi divertimento non sono proprio il mio genere di intrattenimento...
MA e dico MA.
E' il caso di dirlo che è stata abbastanza delirante. Soprattutto a causa del caldo combattuto dai nebulizzatori sexy, dall' Horror House con i suoi simpatici attoruncoli da infarto... Con il regista che ti preleva improvvisamente per le strade e ti fa fare le peggio comparse nei musical, mentre ti infradiciano dalla testa ai piedi con un idrante. La sensazione di essere completamente idiota perché ti prendono le risate compulsive, o perché si intrattiene il pubblico con improbabili coreografie dall'agilità di una foca.

Cose iper positive: conoscere gente nuova, assolutamente solare, socievole, umana. Cazzo -umana-
!
Non è proprio da sottovalutare.
Ovunque sei ti pare di portare in saccoccia un puzzle della tua casa, delle tue cose, della tua vita.
Persone che ti fanno essere così.
Foto su foto su foto senza nemmeno pensarci.

Cose iper negative: trovare la forza di fare un tour de force (ricordatevi di ignorare i giochi di parole) sui libri una volta tornata, realizzare che forse le cose potrebbero cambiare ma non migliorare, aspettare e vedere la clessidra svuotarsi ancora troppo velocemente.

Cose a random: viva la modestia, siamo realisti, action!

Hey tonight!

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In fondo chiunque conosce i Creedence ...

... ma non lo sa.

L'ho già detto che il caldo non lo sopporto, sì, mi pare. Vero?
Allora la mia domenica si sintetizza così: distesa sul letto nella penombra della mia camera, la luce sufficiente per leggermi un libro, con la micia ronfante accanto ai piedi.
Accerchiata dal silenzio totale delle strade, perché la gente è tutta a rincoglionirsi sulla spiaggia di Marina, accalcati in trenta sotto un ombrellone, o sulla riva, sperando invano di accaparrarsi un fazzolettino di terra. Per me una noia mortale.
Verso le sei sono riemersa dall'isolamento, pronta (?) per il concerto di John Fogerty, armata di macchina fotografica e zoom.
Certo, mi sono fatta subito riconoscere quando con moltissima non scialans arrivo al lato del palco ( galvanizzata perché da quell'altezza (???) l'avrei sfiocinato di fotografie del secolo ) ed inizio a fare un tot di foto di prova al gruppo che apre il concerto.
Tempo cinque minuti - il tempo giusto per illudermi- arriva l'addetto alla sicurezza. Capisco già tutto ed inizio a sfoderare le mie povere armi di seduzione (anche perché con un aspetto da turista americana mix tedesca, ma mora e meno figa... Pietra sopra).
"No, guarda, non si possono fare foto, ha dato disposizioni. Specialmente con quella macchina lì"
" Dai, ma che discorso è? Cioè cosa vuoi che ci faccio, non mi vedi in che stato sono?"
" Eh ma da qui non è possibile!"
-occhi giganti mega lucidi, coda tra le gambe eccetera eccetera-
"Però ti prometto che se vai un pochino più lontano non ti vengo a rompere le palle"
- eh sì tipo un poco più lontano e lo vedo bene solo da satellite-
"Oooook" (che vuol dire medito vendetta).
A pochi minuti dall'inizio del concerto arriva la bolgia di intelligentoni che si mette tutta in piedi di fronte alla gente che ha preso posto a sedere. E va bene, alla prossima costruisco un posto di vedetta personale sorretto dalle vostre teste di minchia, così ne riparliamo.
Medito vendetta apertamente.

Il concerto si apre con Green River.
Non sapevo se lanciarmi a braccia aperte tra la folla, in puro stile ONNIPOTENZA, oppure se salire sulla sedia ed iniziare a scattare a raffica fino alla fine del concerto (pezzo conclusivo una prevedibile Proud Mary) che col 300 lo vedevo bene bene da lassù, alla faccia delle vostre altezze di un metro e ottanta, o giù di lì.

Secondo voi per cosa ho optato?


Nebbia

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D300 Nikkor 70-300mm@195mm
f/5.6
1/800s



D300 Nikkor 70-300mm@125mm
f/5.6
1/800s

D300 Sigma 17-70mm @17mm
f/8
1/640s


D300 Sigma 17-70mm @24mm
f/10
1/250s

Passeggiando per Campocecina poco tempo fa.
Deserta, o quasi.

Momento di sconfortitudine

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Mi sembra tutto sempre più in salita
e la meta sempre più lontana.

Qualche balla rotolerà per questo

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BELLO!
Sottolineando il fatto che una delle poche cose degne dell' Estate è quando il sole tramonta (solo se hai tonnellate di citronelle a circondarti oppure se sei disteso sulla spiaggia tiepida e attorno a te hai il NULLA DILAGANTE).

Mi sa che ricomincio.

Dunque, è stata una settimana intensa, tipo che da sabato scorso mi sembra passata una stagione intera, con i soliti classici scompensi spazio-temporali.
Firenze mi pare una realtà parallela, mi sento quasi in colpa io che le sessioni d'esame siano terminate, che non prendo il treno da un bel tanto eccetera eccetera.
Dopo il matrimonio sono stata un giorno e mezzo estraniata dal Mondo intero, fortemente compromessa dal karaoke, una volta capito che c'è una sola cosa che odio più del karaoke: quelli che CANTANO AL KARAOKE.
Tuttavia dopo aver fatto foto fino all'una e quaranta di notte e aver fatto i numeri con Photoshop mi sono convinta che anche i cessi più inverosimili possono risultare QUASI fotogenici.
E che il 10-20 mm è la mia lente salvezza, forse perché guardo le cose da quella prospettiva lì. Mi ci riesce bene.

O forse perché le cose mi guardano da quella prospettiva lì.

Il giorno dopo il matrimonio sono stata travolta da un'orda inverosimile di bambini pieni di mani a loro volta invase da torta gelato, con i piedini sporchi, aggressività latente e insana curiosità verso la macchina fotografica.
Altre foto da ritoccare, ma almeno, nonostante tutto, i bimbi sono senz'altro più fotogenici.

Bah, pietra sopra.

Ho cucinato il pollo al curry. Quando non so cosa cucinare cucino sempre il pollo al curry. O il curry al pollo, meglio.
Insomma, il riassunto della serata al curry è stato -> Sognare un viaggio in Namibia (solo 2000 euro a persona) mentre lavavo pile su pile su pile di piatti, brilla di vino bianco. Fresco,
che va giù bene con il caldo.
A proposito di caldo.

Mi sembra di aver già precisato che l'Estate mi sta un poco sulle palle, quindi le DOMENICHE D'ESTATE (che formano una stagione di esistenza a parte) perché farsi del male andando al mare sommersi da bambini e intere famiglie urlanti? Non sono capaci di parlare normalmente. NO.
Le famiglie delle domeniche d'estate vivono su scale di decibel non compatibili con noialtri.
C'è da dire che io amo il mare, lo amo tantissimo
quando non si sentono voci nel raggio di chilometri, quando c'è solo il mare e si ascolta quello e ti riempie tutti i polmoni e la vita.

Siccome qui ciò non esiste, allora io d'Estate vado volentieri sopra i mille metri (meno volentieri se con gli infradito e la gonnellina n.d.r), luoghi in cui c'è molto-issimo vento. Lì dove il cielo assomiglia a fine Settembre, svolazzano le farfalle giganti e cinque o sei libellule nereblu, api colossali e le "odiatissime rotoballe", che comunque sono innocue.



Qualche altra foto qui

[ On Air: Solid Rock- Dire Straits ]

-_-

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Sono sempre bravissima a dare buonissimi consigli agli altri... Però cavolo quando si tratta di me mi faccio prendere dalle ansie come i bimbetti!!
Lo DEVO DIRE:
non sono ASSOLUTAMENTE pronta per affrontare il matrimonio di domani, ho tipo l'ansia pre-esame e l'adrenalina a sessantamila. Ogni volta è così, io soffro atrocemente di ansia da prestazione!!
Mi agita anche la cena che devo preparare stasera!!

Ma come si fa?!?

Sono in ritardo.

S'è fermato il tempo

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Camera: Nikon D300
Lente: Nikkor 50mm f/1.4 @ f/1,4
Tempo di esposizione: 1/8.000 -0,3EV
Fuoco manuale
Luce naturale

C'è un'ora d'estate in cui tutto si ferma, in cui puoi trovare il silenzio quando lo cerchi
da un po'.
Mare calmo che ritorna
lento e dolce,
onda distesa come rumore di fondo
a prendere per mano le ali di gabbiani, i miei sogni lontani
e a levigare
tutte le rughe della terra.

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Allora, oggi mi girano ad elica. Per la verità è un po' che mi girano ad elica, ma poi perché se scrivo po' apostrofato me lo segna errore?
Ma è mai possibile che appena "credo" di aver finito il programma per un esame mi ritrovo a stampare chili di carta in pdf circa altra roba da sapere? A ordinare altri libri on-line?
Non so.
Ho un odio viscerale per tutti quelli che hanno quei cazzo di esami a crocette, che preparano un'orale in 5 giorni lamentandosi di averlo preparato in 5 giorni, quando a me cinque giorni servono per raccattare il materiale che mi occorre, ad essere ottimista.
Ho un odio viscerale per quegli stronzi che ci mettono i corsi integrati e a cosa servono se per avere un voto sul libretto devo fare 3 esami?? Tanto vale che me ne lasci tre no? Tanto oramai!
Ah, dimenticavo: odio le revisioni, che mi costringono ad andare a Firenze seimila volte con 'sto caldo di cippa per poi sentirmi dire il giorno dell'orale che, comunque,

-questa cosa potevi farla in altro modo, meglio che la mettevi cosà, ma questo perché è fatto così e blàblàblà-
spesso contraddicendo tutto quello che mi era stato detto al ricevimento.

Ho un odio viscerale per la mia non pazienza...

Anzi forse è il contrario, ultimamente sono fin troppo paziente e diplomatica.
Mi sa che sto invecchiando.


Piccolo Mondo

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Soggetti: Coccinella&Laura
Luogo: Parco della padula
Camera: Nikon D300
Lente: Nikkor 50mm f/1.4 @ f/3.5
Tempo di esposizione: 1/200

Luce naturale

Oggi mi sento microminuscola, così.


C'ho il mac in ostaggio, scrivo col PC

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Sto attraversando la fase -crisi mistica del Sabato sera- Ho imprecato contro due tizi, insultandoli abbestia (prima o poi rischierò la vita, lo so), non curante del mio essere nana e mingherlina all'inverosimile. Cioè, mi si sente solo la voce e nemmeno sempre.
Oggi mi sono prestata da modella per Andy, con il vestitino viola a prova di vento e nuvoloni scenografici sopra la mia testa... Che comunque non sono stati fotografati.
Oggi mi sono prestata da modella, ma non mi riesce bene perchè inizio a dire: riprendimi così, metti l'inquadratura colà, ma cosa ne dici se dall'alto, oppure fammi un taglio stretto che si vedono i capelli che volano...
Tipo che se avessi una modella che scatta anche foto e che non TACE mentre io scatto, potrei staccarle la testa e poi fiuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu farla roteare. OLLLLEEEEE'.
Quindi potete capire che io ho un ragazzo il quale dovrebbe essere fatto santo, o similari.
FORSE sono riuscita a trovare una ragazza dagli occhi chiari che posi per me, allora ho già in mente foto tipo eteree ed elfiche, che Tolkien col Signore degli Anelli ma dove vuole andare?? Non so, farle qualche h.k a colori super tenui e morbidi.
In più ora, sempre grazie al santo ragazzo di cui sopra, ho la D300 (che era sua e io sbavavo, ma ora ha la D700 e comunque sbavo uguale) e se è vero che è l'ottica a fare la differenza comunque un pochino lo fa anche la macchina. E non venitemi a sfavare con le compattine che vanno benissimo e sai che robe e stica! Ci ho fatto tre anni e mezzo di foto e lasciamo perdere, cioè davvero. Basta con le cagate. Per di più ogni macchina fotografica è differente, faccio fatica a prenderci confidenza con la gestione della luce, con la D200 avevo fatto l'abitudine e sapevo, con questa non è la stessa cosa.
O forse è solo ansia da prestazione? Popolo di onniscenti sul mondo della fotografia, aspetto la verità!



[ Ho sfidato il mio professore di diritto urbanistico, gli ho detto che all'esame lo stupirò.
Sono nella merda. ]

...

Lentamente TRASFORMARE

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Soggetto: Jessica
Luogo: Marinella di Sarzana
Camera: Nikon D200
Lente: Nikkor 50mm f/1.4

Luce naturale

Ho provato un -qualcosa- di abbastanza diverso dal mio solito -qualcosa-
Anche perchè altrimenti mi diverto poco.

Questo post è in attesa da un giorno e mezzo :|

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Fare foto è terapeutico, io lo dico sempre. Infatti la mattinata prima dell'esame ho messo la sveglia presto, ho fatto una super doccia e una colazione abbondante, tipo la preparazione dei super eroi. Spalanco la finestra e c'è quel cielo apocalittico, di quelli che da un momento all'altro ti diluvia sulla schiena e rimani zuppo fradicio, impalato in mezzo al prato.
Ma non è scesa nemmeno una goccia, c'era solo un'enorme esplosione di nuvoloni condensati laggiù.
La domanda della mia nonmodella del tipo
- Chia, il tempo non è dei migliori si va uguale?-
è risultata un tantino retorica.

La sensazione di un'ora di foto è per me assimilabile alla sensazione post corsa. E chi corre può ben capire che sensazione idilliaca sia.
Tipo che mi sento scaricata e incredibilmente positiva quel tempo sufficiente per affrontare al meglio tutto ciò che DEVE venire dopo.
Come i quarantamila gradi emanati dall'asfalto di Firenze a qualsiasi ora del giorno, il caos di 50 studenti esagitati ed altissimi davanti alla porta dell'aula d'esame, le domande a raffica, a cui rispondere con calma stoica, dell'esaminatrice ( stranamente per niente isterica a dispetto della sua natura di donna)...

Ovviamente, una volta finita l'adrenalina pre esame aggiunta alla carica post- fotografie, arriva quella sensazione come se ti avessero riempita di randellate, lanciata in un tappeto elastico, fatta saltare priva di conoscenza per una decina di minuti, svegliata con un getto di acqua ghiacciata e, dal momento che non sei ancora riuscita a capire cosa dove quando e perché, ti suonano la Valchiria ad un volume esagerato.

A proposito ieri sera ho visto Operazione Valchiria, lo consiglio, comunque. In più ho anche festeggiato con Andy**** il mio NON COMPLEANNO, ricevendo il Nikkor 70-300 f/4.5-5.6 VR che io non pensavo fosse proprio così nitido, ecco. E nemmeno così difficilino da usare -.-'

Rendiamo grazia al tele.



Un tocco di colore

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Soggetto: Jessica
Luogo: Marinella di Sarzana
Camera: Nikon D200
Lente: Nikkor 50mm f/1.4

Luce naturale