OFF

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Sono in fase di congelamento... 
Al mattino emergo dal piumone e catturo la mia gatta portandomela appresso a mo’ di scaldino elettrico. Che però, in più, fa le fusa, vuoi mettere?

In preda ai sensi di colpa per aver mangiato le peggio cose, si fanno camminate di un’ora e mezza alla luce del pomeriggio.
 Torno dalle uscite serali stracolma di inverno, cieli blù profondi e vento glaciale tra le mani, mi strucco, mi svesto. 
Infilo le cuffie e attacco i video tutorial di flash e dreamweaver in inglese, cercando di non perdere il filo. Che non è come il vizio.
Vado a letto tardi, ma prima di dormire mi ripeto gli argomenti per gli esami. 
Mi sveglio troppo presto, mi guardo allo specchio e cerco di scovare dove si trova l’interruttore corretto per accendermi.

Anche se io gradirei disattivarmi,
giusto un attimino.


Hmmmm....

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Penso a quante parole mi dico nella testa, senza esternarle perché sono convinta
che gli altri abbiano la facoltà di leggermi nel pensiero. 
Io per natura sono una che è “tattile”. Quando c’è bisogno di far capire qualcosa lo faccio capire con il mio corpo, con le mani, con gli occhi. Sono una che guarda bene e guarda dentro. 
Ma ultimamente sto capendo che le persone

ricercano parole
............................................................................................................................................................

Comunque in questi giorni ho già lo stomaco provato, non basteranno pedalate a ritmo compulsivo se continuiamo a fare rimpatriate a ritmo di spumante e di 3 del mattino. 
ragionando poi sul fatto che per me queste vacanze dovrebbero significare soprattutto 24 ore di tempo utile per lo studio matto e disperatissimo.
Certo.

Ma secondo voi, sono credibile?

Contatto

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Io amo i Gospel. E’ ufficiale. 
So che sembra strano, a vedermi da fuori nemmeno io penserei che potrebbero piacermi i Gospel. 
Invece ogni volta mi mettono una positività incredibile dentro, sarà l’energia che riescono ad emanare durante un concerto, la capacità di coinvolgerti. 
Sarà che comunque io impazzisco per le rappresentazioni teatrali, i cori, i concerti, tutto ciò che è contatto tra chi si mette in gioco e chi accoglie. Tra chi si espone e i miei occhi pronti a cogliere ogni sfumatura, ogni accento.

Insomma, ieri, dopo la parentesi idilliaca di cui sopra ho assistito a diverse scene pietose, tutte le volte mi meraviglio delle sfaccettature degli esseri umani. E tutte le volte mi meraviglio ancora di più di come mi scivolino addosso senza il minimo fastidio le frasi fuori luogo, gli atteggiamenti fastidiosi al limite del ridicolo.
Una volta mi chiedevo il perchè, adesso ho capito che non esiste un perchè e ho smesso di chiedermelo. E anche di chiederlo.

Semplicemente chiudo la porta, chi c’è c’è,
chi non c’è resti pure fuori.

[ Sono in clima natalizio eh ]

Chi semina vento mi raccoglie

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Ho appena creato magicamente una tazzona spessa e arancione di camomilla ed un pezzo di crostata all’albicocca. Quando passo giornate come queste, abbandonarmi alla gola è quasi un dovere (ma cos’è SPEZZA CON KITKAT?)

Sono in piedi da questa mattina alle 6.45... Ho preso il treno leggermente in anticipo per cercare di arrivare in orario a Firenze, in quanto (oltre agli impegni dell’ agendina giornaliera) avrebbe dovuto ricevermi un professore. 
Nemmeno a dirlo che i due treni mattutini hanno collezionato un ritardo di 40 minuti, sono arrivata alle 11:00 a Firenze, ho fatto una corsa dal PROFESSORE ( il quale avrebbe dovuto ricevere dalla 10zerozero alle 13zerozero) che, con mia estrema meraviglia, non era presente nella sua auletta. Tra l’altro situata in una torretta simile a quella de “La spada nella roccia”, quando Merlino viene cordialmente ospitato assieme ad Anacleto.
Ci mancavano giusto gli ombrelli per tappare i buchi sul tetto. 
Dopo aver aspettato quei buoni 45 minuti, confidando che il Mondo universitario per una volta mi venisse incontro, scendo con infinita tristezza le tremila scale per tornare ad altezza d’uomo, dirigendomi verso Perno, per cercare delucidazioni circa la materia che sto affrontando. 
Rifaccio altri 3 piani pendenza 100% e me ne ritorno dopo un’ora a livello sottoterra come il mio umore, come la mia testa rinnovata da una decina di formule e normative. 
Perfetto. 

Mangiamo al volo quel quarto e mezzo misero di roba commestibile e andiamo a lezione, dove, dopo due ore di lavagne scritte e riscritte la mia faccia doveva assomigliare a questo


?

Tanto che il professore mi guarda e mi dice
“Signorina, la prego. Mi faccia quella domanda a cui sta cercando di trovare inutilmente risposta.

“No ecco. Ma.. Allora 4EJ/L per la rotazione nel nodo uno ok, ci sono. Quel -6EJ/L per la rotazione nel nodo due, cioè. E’ quell’ EMME segnato che non riesco a trovare nel. 
Volevo dire.

Mi sa che non ho capito bene bene bene, ecco”

A testa bassa e con l’ombrello al contrario e varie folate di vento vago alla ricerca di un treno. Uno qualsiasi, basta che giunga a destinazione. Anche dopo un’ora di attesa, va bene lo stesso. 

L’importante è arrivare, sempre, comunque e nella giusta direzione. 
Oltre a vincere, chiaramente.

Imperfetto

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E’ un po’ una condizione mentale e fisica, la mia. E cioè quella di imperfezione. 
Questo mi piace, il fatto di dover aggiustare sempre qualcosa, prima che sia proprio come la vorrei. Peccato che non esista il - come la vorrei-
perchè cambio idea continuamente e spesso e volentieri.
Dovrei farmene una ragione della mia non coerenza. 
Certe mattine mi sveglio che mi amo, altre che potrei tintinnare il cucchiaino sulla tazzina del caffè per un’ infinità di minuti, fino a che non diventa un buon motivo per detestarmi a fondo. Il meglio è quando mi alzo dal letto e mi sto indifferente.

Non mi piace invece essere uscita oggi di casa soltanto per una visita medica e per andare a comprare i biglietti di uno spettacolo “teatrale” organizzato dai carrarini di Facebook, il restante tempo averlo passato sui libri, sui quaderni, sulle penne, sugli evidenziatori e su tutte quelle matasse inutili per gli esami di Gennaio e Febbraio. 
Per non parlare poi della prospettiva di prendere il treno domattina presto, rispettare gli appuntamenti vari, mantenere l’attenzione elevata al cubo per tutta la giornata ...

In questo periodo proprio non ce la posso fare, vorrei restare sotto il piumone blù ad ascoltarmi Eric Clapton o David Gilmour o altri geni simili

Ma perchè?!

Si attendono periodi migliori...

_ Eccoci pronti _

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Finalmente sono riuscita a lavorare al sitino... Di notte, ovviamente! :D

Eccolo qui -> Nuage de Nuit


Se volete, venite a trovarmi lì d'ora in poi.
:)

MenoPiù

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[ ascolta e guarda ]






'Stamattina ho fatto una fatica immane ad emergere dal piumone, che non si può proprio spiegare.
Litri di acqua calda e poi fredda e poi calda e poi fredda e poi congelamento totale

Ma tutto ciò non mi ha aiutato a svegliarmi.
Allora ho preso i libri per preparare un esame e mi sono fatta forza scaraventandomeli sui piedi, sbattendo la chiorba (testa) contro la porta diverse volte. Poi ho rufolato tutto nella borsa, assieme al necessario per la lezione e a diverse altre amenità: lo spazzolino da denti, "l'uomo senza storia" col righello come segnalibro (ed una copertina stupenda), i cruciverba, lo sciaffolino (shuffle), gli occhiali da sole, la pinza per i capelli, l'abbonamento del treno.
Vado in stazione affrontando il gelo col cappello arancione e il cappotto, ma devo aver sbagliato qualche conto.
Infatti mi dimentico il portafogli con i documenti, e allora torno a casa, dopo aver perso il treno, logicamente.
Aspetto un'oretta prima che giunga l'altro. Aspetto in casa, son mica scema. Con la coperta di lana, la gatta sulle ginocchia ed il pensiero sempre più inquietante de
"Ma chi cazzo me lo fa fare? Ora me ne torno a letto"

Allora mi lancio la Lamù (gatto) sui piedi, così nel frattempo me li scalda.
Mi avvio nuovamente verso la stazione, sempre col cappello arancione ma stavolta armata di piumino bianco alto sette piani, tipo le torte di matrimonio.

Massima del giorno -sul treno devo studiare-


Ronfo impunemente le due ore di andata (e anche le due ore di ritorno, tanto per ribadire il concetto che ci vuole il fisico, mentre io resto un ologramma), con il terrore costante di non riuscire più a scendere per mancanza di forze.

Invece scendo e attraverso Firenze col vento in poppa ( embè, dove volete che vada il vento?), in splendente ritardo come al solito, con un insolito entusiasmo che sembrerebbe più simile all'isterismo. Ma è un dettaglio.


Mi sento in forma, questo è da dire.



Tutto sommato la vita universitaria ha un suo perchè: tralasciando le tasse che dobbiamo versare, tralasciando che non abbiamo un cazzo di laboratori, di aula studio (in realtà ci sono, anche se hanno le sbarre) di sedie e/o banchi... Che siamo costretti a farci gli sgabelli con le scatole di cartone, le bottiglie e i cuscini di gommapiuma...
Ma c'abbiamo i megaschermi (spenti) nei corridoi e le nuove, meravigliose macchinette del caffè con lo sportellino... Vuoi mettere.

Tutto sommato
non ci manca niente per essere ottimisti.

2+2

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Giornata positiva... Ho rimediato banchi di nebbia tra i capelli a volontà, tre nuovi cappelli a due euro ciascuno, una seconda posizione a BOULING, una pozzanghera ampia tutta dentro gli stivali.
0,5 litri di thè freddo e un etto circa di zuccheri compresi nel pacchetto. Viva il picco glicemico da portare al collo con disinvoltura.
Un mal di gola insidioso che diventerà atroce ad inizio settimana ed una stanchezza alle gambe non indifferente, visto che manca poco alle 24 ore di veglia.
Ho resistito alla crepes alla nutella dell'Ambrosia, probabilmente per il caffè al ginseng che risulta lievemente stucchevole se servito in una tazza da caffèlatte.
Infatti ora la camomilla fumante è quasi d'obbligo: l'ho bevuto alle tre, 'sto cazzo di ginseng, e devo ancora digerirlo.
Che belle notizie.
Devo riprendermi la necessaria lucidità per affrontare lo studio matto e disperatissimo di domani, tra l'altro.


Ma postilla:
a me non piacciono le persone ambigue, le cose ambigue.
Ne farei volentieri a meno.

[ ZERO ]

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Quando i Porcupine Tree risuonano con Stars Die a riempire la stanza e le mie orecchie, vuol dire che mi devo prendere del tempo.
E' necessario adottare una filosofia adatta per queste ultime settimane universitarie... 
Di certo non è salutare farsi divorare dal nervoso. Perchè mai poi?
Soltanto perchè ho fatto avanti e indietro per due giorni di fila da qui fino a Firenze a vuoto? 
Perchè i professori fanno festa ed io non ho ancora provveduto a diventare un monaco tibetano
?
Beh, peggio per me.
E comunque non si può di certo dire che non usufruisco dell'abbonamento luccicante delle ferrovie dello stato. 
Io sono la carta fidaty di trenitalia.

Passiamo ai Bluvertigo, e allora mi sa che non c'è proprio più speranza. 

Mi sta passando l'entusiasmo, mi trovo in un'odiosa situazione di stasi, di sospensione di qualsivoglia vena creativa. Mi fa anche cagare qualunque cosa io produca.
 L'aspetto ancora più grave, dal mio punto di vista, è che non ho stimoli.
 ZERO. NADA DE NADA. 
Mi sto stancando anche di vedere le solite cose 

prevedibili, le solite cose

 banali, 

le solite cose. 
Insomma. 

Mi girano le palle a elica, ecco. 
Questo volevo dire.

bisogna sempre tentare di farsi accettare?
bisogna sempre scrivere solo testi d'amore?
è necessario ogni volta mentire al nostro cuore?
non sarebbe meglio liberarsi e confessare?

_ RESET _

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Bevo il mio deca amarissimo, quasi quanto questa giornata. Che poi ne ho anche passate di peggiori. Tutto sommato, a parte il fatto che la strada mi sembra una funzione costante-mente in salita. Che tanto vado ad annaffiare i fiori, mi sa
 
 che c'ho messo un po' troppi che. 
Poi molte cose inutili, di cui inizio a tirarmela un po' anch'io: del tipo che alla prima cliccata su spraygraphic mi sono trovata una mia foto come testata iniziale. 
E allora ho dovuto cliccare nuovamente per una ventina di volte prima che riapparisse. 

La moltitudine di cose inutili. Ci vado così d'accordo. Ma VEBE'. 
Poi anche la mostra a Mantova di un mesetto dentro un negozio di arredamento. Ma non è una mostra personale, porca pupazza ci mancherebbe, siamo una trentina di MaxArtis. 
Non so se andrò a vederla. Mi garberebbe-
Vado anche d'accordo con i non so, ultimamente. 

Ho comprato un libro nuovo, ignorando tutta la molteplicità dei consigli
 e ho fatto male. 
Non che non mi piaccia questo qui che ho preso alla Feltrinelli rinominata 
la landa dell'inferno

perchè d'inverno ci sono 35 gradi dentro 
ma d'estate siamo al Polo 
e chi s'è visto s'è visto.
[ Ma la MelBook è infinite volte più bella ed immensa ]

Tutto sommato si può anche dire che è avvincente. Il libro, non la libreria ( a parte trovare l'uscita o peggio l'entrata) 
Ogni volta che metto piede lì dentro, infatti, mi sento una formica in un brulicare di fogli, parole e numeri e idee 
mi vortica la testa alla vista 
di quanti libri vorrei ancora leggere 
!
chissà se nella mia mente c'è effettivamente così tanto spazio. 

Se devo RESETTARE
ogni qualvolta... 
Cosa rimane e cosa va, perchè sta lì a logorarmi il cervello e non scivola via
come la maggior parte di tutto quello che ho giurato non mi sarei dimenticata mai. 
Non ricordo più cosa fosse. 
Qualcosa di velato che fa parlare i miei occhi al posto mio, forse.
Ma mi sa che sarebbe troppo faticoso.

[ That would be something ... ]

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Sono già le 22.55 ... 
Il mal di testa passa piano piano, da fuori arriva aria fredda, finalmente, e in cucina sta bollendo l'acqua per la solita camomilla. 
Sento il profumo d'inverno. 
Ho ancora tutti i maglioni che tenevo nell'armadio di Firenze chiusi negli scatoloni, assieme alle fotografie che tenevo in camera, 
alle lettere stampate, custodite nelle buste di plastiche. 
Da rileggermi prima di andare a letto, quando nella casa dormivo da sola, dimenticandomi la luce accesa. 
Un po' mi mancano le chiacchierate con le mie coinquiline fino a che non mi si chiudevano gli occhi dalla stanchezza, con la testa tutt'uno con il piumone arancione scuro. 

Tuttavia ho una grande esagitazione per il 
futuro, come se al risveglio dovesse aspettarmi chissà quale gigantesca novità. 
Delle volte mi appiccico al finestrino dell'auto, o dell'autobus, o del treno e inizio ad immaginare cosa mi riserverà il percorso che sto affrontando. 

Credo che la cosa che mi caratterizzi di più oggi sia un sorriso nostalgico 
e una grande sciarpa a scacchi verdi e bianchi, 
per proteggermi dalle folate di sogni 
come neve.

_ Orologio _

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Quando soffro di vertigini mi rannicchio con le gambe contro il petto, sbircio il panorama fatto di mare, navi, porto, isole e arancio.
Guardo la mia punta dei piedi e se tocco la terra col palmo della mano la sento un po' umida. Questo mi piace.
Ma non posso chiudere gli occhi, perchè perdo la percezione del qui, di ora, di dove. Il sole è forte e picchia con insistenza anche se l'aria è quella di Novembre. Anche se l'aria è quella che è.
Ogni tanto passa una scia di aereo, ed il mio respiro che si muove tra il vuoto e l'aria rimbalza con le risate di non so chi. A qualche centinaia di metro più in là.

Ci sono delle volte in cui il silenzio segna con precisione tutto quello che deve segnare;
come quell'orologio vecchio che hai ritrovato in un cassetto e che ora porti al polso.
Ci sono delle volte in cui il silenzio gira alla perfezione.

E allora, che problema c'è.

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Instantanea del mio stato odierno:



Fare avanti e indietro col treno mi sta stroncando, sinceramente oggi avrei abbandonato l'università all'istante. Poi esco dall'aula e nello spazio a prova di fumo con la porta e la finestra spalancata ci sono minimo venti studenti a fumare e così per tutti i secoli dei secoli e amen.
Non so magari era meglio stare dentro.

Non ha smesso ancora di piovere, io in realtà sto ancora dormendo sul sedile del treno col libro appoggiato sulle ginocchia e le cuffiette nelle orecchie

senza musica
.
..

_ Specchio, specchio delle mie brame, chi è il più infelice del reame? _

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Per tutti quelli che nella propria vita si devono far compatire per forza di cose.
Altrimenti non si sentono abbastanza importanti...

Per la miriade di gente che soffre del disturbo narcisistico della personalità (ce l'abbiamo pure al governo)
Per tutti coloro che amano fare le cose soltanto per lamentarsi di doverle fare e lodarsi di averle fatte.
Per tutti quelli che vorrebbero che le cose fossero diverse, ma che non fanno nulla per cambiarle.
Perchè è così gratificante crogiolarsi nei propri sbagli e nel proprio "male di vivere", per sentire la voce del proprio ego che continua a piangersi addosso.
Per chi si prende sempre e comunque TROPPO sul serio, ma negherà sempre e per sempre l'evidenza che è proprio così.

Per chi plasma sè stesso al volere degli altri, cancellando piano piano ciò che è
per diventare ciò che il mondo vorrebbe che fosse...


Quello specchio lì che c'avete dietro, davanti, di fianco
non va in frantumi, nemmeno se ci salite sopra o lo lanciate nell'iper spazio.



Quindi fatevi una risata più spesso, grande Giove.

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Sono, mi sento fantasticamente nulla. Ed è consolante.
La vita stretta lungo la linea del palmo nella mia mano.
Non c'è più posto per niente, almeno fino a domani.


Va bene così.


[...]

" E adesso ogni volta che non capisco quello che la gente dice chiedo cosa significa,
o mi volto e me ne vado. "
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Alla fine, nonostante la memoria fotografica mi abbia mangiato una decina di foto (tra cui quella del secolo, chiaramente) quelle restanti non fanno molto schifo. Ma ho bisogno di un rinnovamento radicale, anche di colori, di pensieri, di testa, di cosa guardare. Di tutto.

"Cambiare cambiare in perenne ricercare. "

Mi manca sempre qualcosa, non sono mai contenta e sono un'enorme rompipalle.
Perfetto, direi.

. . .

L'Autunno non è mai stato -così rosso-, oggi più che mai a 1041 mt di altezza.
E il silenzio a riempirci l'aria, ed io a saltarci dentro
e la miriade di foglie piccole e gialle, grandi e arancioni
che scricchiolano al mio passaggio.

... rumori di sfondo...

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In realtà ho molti dubbi, in generale. A parte in quelle due o tre cose che mi scaldano dentro anche quando non c'è altro che freddo. O quando piove a dirotto e ti si fradiciano i pantaloni ed i calzini ed i capelli e il cappuccio della felpa. E sai che noia. 
Invece no, in alcuni angoli della mia vita spunta sempre il sole.

Ma non è una buona serata questa per mettersi a ragionare.
Mi chiudo in una cinquantina di pagine di un libro e
click.
[ e poi le lucine
tanto per chi la tristezza non sa giostrarla]

_ Lo strano caso di Chiara sveglia a mezzanotte _

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Camomilla time forever.

Gli occhi mi stanno implorando pietà in ginocchio, ho lavorato fino ad ora ad un'impaginazione in Azero, per di più nemmeno con illustrator ma con photoshop, quindi i layer scritta li odio, dal profondo di me stessa.

Oggi ho rischiato la vita, come nei peggio film trash della storia,
uno di quelli in cui ci sono i personaggi scritti da uno sceneggiatore che si rifiuta di scrivere
e quindi non li descrive, ma li lascia così, al caso.
Come vengono, vengono.

Un po' come nella vita di tutti i giorni.

Quindi insomma, stavo facendo la mia foto ad un vicolo di un borgo.
Uno dei tanti che ricerchiamo nei weekend.
Guarda caso, proprio in fondo al vicolo sulla destra c'è una graziosa donnina simile alla maghette Flora Fauna e Serenella della favola.
Di solito io sono discreta nel fare le foto, scatto e via, non me ne accorgo nemmeno io.
A 'sto giro però, avevo lasciato il timer dell'autoscatto impostato (un po' come le iso 1000 che me le scordo). Sicchè

titititititiitittititi

un casino della madonna
e il cane che inizia ad abbaiare

la gente che si affaccia alle finestre tipo
EGOIST


Vabeh, insomma.


Proseguo in direzione della graziosa vecchietta e questa
paonazza in viso, mi urla

FAI FOTOGRAFIE ALLA GENTE?!?!?!

io, demente, pensando fosse una domanda seria e non retorica le rispondo pure, non avendo compreso che forse era meglio non fermarcisi a ragionare

-Ma no, signora, ma si figuri!

-
FAI FOTOGRAFIE ALLA GENTE?!?!?
(e si avvicina sempre di più, con quel maglioncino rosa chiaro ed un'inverosimile borsetta sotto il braccio. Cioè una signora normalissima, a parte l'espressione tipo WENDYYYYYY)


_ No, signora, le assicuro che... -


FAI FOTOGRAFIE ALLA GENTE?!?!?!

[ ma stica!!] Allora capisco che probabilmente non era una domanda che voleva una risposta, ma che voleva dire

-Levati dal cazzo, fotografa della domenica- più o meno
Allora scappo piuttosto terrorizzata,
con quella foto lì che fa anche piuttosto schifo

correndo verso Andy che era scomparso nei meandri del paesello.
A mio avviso piuttosto inquietante, tra l'altro.

Ovviamente è anche per tutto questo che tra il bene ed il male scelgo i gatti.

Anzi, ci scegliamo a vicenda.

Vabè.

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Sono qui che ascolto Last laugh del Sig. Knopfler con le cuffie megagalattichebarraspaziali, regalatemi da Andy, in preda ad un sonno imperante.
La settimana mi grava tutta sulla spalla sinistra. E mentre viaggio nel treno, mentre cammino per i sentieri nascosti e assolutamente in salita nei dintorni di Castelnuovo Magra, mentre mi arrampico fino a sudare freddo a causa delle vertigini fin sopra un panorama che spezza il fiato ed un cielo terso... Fino ad inghiottire i migliori buoni propositi di combattività, di serenità, di continuare a credere in me stessa e nel mio cervello pensante

-?-

Fino al midollo di tutto ciò che sono e non sono ma potrei essere
rimango certa di brillare come quel
micropuntoliiiiino nell'universo
fluttuando nella via lattea con un po' di cioccolato fondente amaro nella tasca della felpa
tra triliardi di stelle giganti
incredibilmente luminose.


Rigirandomi di qua e di là, a passo un po' sicuro,
a testa un po' piccola e un po' bassa

ma soprattutto sperduta.
E non voglio di certo ritrovarmi proprio adesso.


_ VIVI E LASCIA VIVERE _

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E' l'ora del tè.




Bene, oggi sono incazzata nera. Anzi, forse è meglio dire alquanto infastidita.
Detesto la gente inopportuna, a maggior ragione quando incrocia la mia strada.
Mi infastidiscono le parole gettate a sproposito per argomentare tesi che non hanno argomento.
Sarebbe un piacere ascoltare argomentazioni con un gran bel senso sotto, sopra, davanti e dietro.
Parlare di qualcosa, di una sostanza, con qualcuno che sa quello che dice, che cazzo. Che sa di cosa sta parlando, del perchè lo sta dicendo.
Mi infastidisce chi limita il mio modo di esprimermi e come vedo le cose, le emozioni, le sensazioni. Come le vivo.
Perchè non c'è nessuno che può dirmi quali sono i meccanismi giusti e come devo usarli per veicolare ciò che sento.
Dicesi spontaneità.
E'
quella cosa che mi permette di andare a fondo negli occhi della gente, ed io questo lo so. Assieme ad altre piccole cose, che però per quanto piccole esse siano riescono ad arrivare.
E questo io lo so soltanto perchè lo sento.

Non vedo perchè omologare, aggiustare, rinchiudere la spontaneità, la sensibilità delle persone in meccanismi inutili per arrivare ad uno scopo: quello di stupire.
Io faccio il mio, tu fai pure il tuo.
La domanda che ti pongo è: che noia ti dà?

Non parliamo poi dell'ardire di molti che non si sa come mai si sentono sempre e comunque in diritto di dire stupidaggini. Sono schiette, dicono loro. Secondo me non sei schietto, sei uno che pensa poco prima di parlare.
C'è una sostanziale differenza.
Si riconoscono anche perchè non si sentono mai in dovere di chiedere scusa. E ci si arrampicano sulle scuse, scuse, scuse

hai capito male tu
io avevo capito che

non volevo dire questo ma


...


Resta comunque che lo dite.
Ed è un dato di fatto.


Ok. Vado a farmi un'ora di bici.
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Sindrome di Stendhal in corso...
Mi succede ogni volta che ascolto Echoes, mi entra nel cervello e s'impadronisce del mio linguaggio verbale,
come un direttore d'orchestra quando alza lieve la bacchetta ed inclina la testa a destra, socchiudendo gli occhi.

Co-direttrice: una giornata di autunno iniziato, scolpita nel sole e dal sole. Con miriade di nuvole anarchiche sopra la strada, a lanciarsi i pezzi di cielo per completare il puzzle.


Lego qualche tassello di me, oggi c'è parecchio rosso sulla pelle

lo isso lassù, per rattoppare i vuoti di cielo
ed aiutare la miriade di nuvole anarchiche sopra la strada

grigia. Che mi ricorda quel manto lucido dei gatti vagabondi e girovaghi nei borghi toscani.
Con i baffi lunghi come il girotondo delle loro vite.

Anche se non fosse, non atterrano comunque mai di schiena.


Lego qualche tassello di te, oggi c'è parecchio verde dentro i tuoi occhi.
Ti stringo un laccio bordeaux sufficientemente lungo attorno al polso.
Per ricordarti della terra, e forse un po' di quello che sono io.


Oggi mi aiuterai a ricomporre qualche stralcio di me, spingendo indietro le nuvole sarcastiche sopra la tua testa.

Mi ricordano tanto quel manto di brina che ricopre l'alba dei prati.
Profumano di passato, impastate di così tanti errori.
Ma anche se non fosse, non se ne vanno comunque mai di schiena.

Perchè rimangono lì dove sono,
a guardare.
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Vi scrivo seduta sul marciapiede di una strada, che attraversa la copertina in bianco e nero del libro appoggiato su quel comodino.


Mi sveglio alle 5.50... Il mercoledì e il venerdì mi tocca. Mi faccio la mia doccia bollente, di quelle che vaporizzano il vetro del bagno. Tutto sommato mi sveglio riposata e -quasi- fresca (prima della doccia, prima) .
Mi vesto: canotta arancione, maglia a maniche lunghe arancione, felpetta arancione completa di cappuccio. Colazione con thè e zuccheri avviati.
Treno 6.49. Entro e penso che un potente narcolettico abbia fatto effetto sui 2/3 dei presenti dentro il vagone, scartando l'ipotesi più ovvia: sono morti dal sonno.
In quanto respirano e russano pure.

Mi rannicchio nel sedile blu scuro del treno e inizio a leggere il libro per le due ore di viaggio. Lo finisco pure, cercando di decifrare le ultime pagine piene di aforismi incomprensibili.
Vabè, ci metto dei puntini di sospensione e morta lì.

Arrivo all'università verso le nove circa, trovandola inspiegabilmente deserta mentre un enorme, improponibile, gigantesco punto esclamativo piomba di fronte a me, nel cortile.

Ho bisogno di un altro tè ( di carta) dalla macchinetta dei corridoi e salgo in aula 8. Deserta.
Ahah.
Come dici?
No, dicevo. E' deserta.

Ahah.

Dove minchia sei PROFESSORE?!
Inizio a vagare in solitudine tra le aula sbiancate, opposte al colore della mia IRA ELEVATA AL CUBO. Salgo le scale, anche quelle che non esistono. Le salgo uguale.
E infatti nella landa della desolazione più sperduta incontro il PROFESSORE. E gli dico
- scusi, ma. Non fa lezione stamattina?-

Credo che mi abbia detto che c'era assemblea e che io non lo sapevo. Cioè. Che non lo sapevo me lo sono detta da sola, mentre camminavo per le vie di Firenze tornando in stazione, incrociando ventimila fotografi della domenica, anche se oggi è venerdì.
Pensando che non sarebbe un cazzo male come mestiere e che non mi dispiace quando mi chiedono perchè non lo faccio per lavoro. La fotografa, intendo.

Peccato che non so mai dare una motivazione.
Ma se mai dovesse accadere

PRIMA

PRIMA

devo vincere la battaglia tra ME e la NON LOGICA DEI CERVELLI.

E' che è una questione di principio, oltre che di controllo.
E' una questione di principio.

_ Da qui alla stella sole _

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Ok.

Prevedo un lunghissimo inverno, fatto di interminabili martedì
(e mercoledì e giovedì e venerdì).
Non che la cosa mi dispiaccia, la vita attiva fa per me e non solo perchè ci si gioca bene con la parola.

Posso usare le 4x4 ore di treno per leggermi i libri, visto che non ho altro tempo UTILE per farlo, le restanti 26 ore di lezione settimanali per impegnarmi in qualche monologo con compagni di corso cinesi sperando che capiscano o non capiscano l'italiano, a seconda.

E la domanda sorge: ma come cazzo fai a comprendere tecnica delle costruzioni in italiano se non parli italiano?
Tanto maggiormente per il fatto che nemmeno in italiano è comprensibile. Ma vabene, mi piacerebbe avere dei posteri a cui rifilare la sentenza ardua. Mi rimangono solo i post, mi sa.
Rientrare in casa alle dieci di sera, dopo una cena a base di peperoncino ( e altre cose) cucinata da Andy. Male che vada c'è sempre l'opzione cuocobarrafotografo ( ci farei un pensierino) .

Trovare il modo per andare a correre o fare sport, altrimenti tutte 'ste cose mi implodono dallo stomaco e ciò non rientra nella lista dei desideri.


Studiare il tempo che mi resta
?

Non la faccio apposta a scrivere frasi con più senso ed in effetti è già abbastanza trovarcene uno.
Mi ritengo un po' fortunata, in questo

.
____________ . _______________. ______________.

Senza stelle
il treno si arrampicava veloce alla ricerca di un tramonto più vicino. Le sagome sulle panchine della stazione si muovevano come solo le sagome sanno fare. Senza sentirsi in colpa di dipendere dalla propria ombra. Il treno svirgolava veloce e ho pensato a quante volte mi sono sentita in colpa, per tutte quelle volte in cui sinceramente, io non centravo niente.
Seguire un insieme di puntini che si trasformano in alberi, quindi in pioggia, quindi in foglie, in autunno, in finitezza.
Allora mi sarebbe piaciuto appoggiare la mia testa sul braccio di chi si sente come me, negli attimi stessi in cui mi ci sento io.

E per quel momento esatto, non uno più, non uno meno, trovarci da qui alla stella sole.

Sì, credo che mi piacerebbe.


_ Nobody Home _

_ Foto field forever _

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Ok.
Dopo una giornata passata in moto attraversando il passo delle cento croci, percorrendo all'incirca 200km, col vento che spirava come se fosse inverno inoltrato e le dita che spuntavano dai guanti sempre più a forma di polaretto, tentando di immortalare qualche
cosa
interessante... Tipo i colori surreali a metà esatta tra la pioggia e il tramonto, il rosso mattone acceso di qualche foglia già caduta dall'autunno fino sopra l'asfalto... Il giallo quasi bianco dei prati e bacche rosse e nere disseminate qua e là. Qualche animale gigante svaccato beato sull'erba, a guardarmi storto perchè devo essere proprio ridicola vestita di 7 strati e col
giubbotto di salvataggio
più capelli tutti sbaruffati, raccolti alla meno peggio e gli occhiali da sole a ripararmi

da cosa, che fra poco arriva il diluvio universale?


Si arriva a casa alle otto passate, una doccia bollente rigenerante, una pizza e chiacchierate sulla fotografia, su come sei tu e come sono io e come siamo noi e come non sono loro.
La differenza è che ci arriviamo prima.

Dopo più o meno 10 ore di tutte queste cose, arriva il momento più atteso: m'infilo sotto il piumone azzurro, camomilla calda ( e per calda intendo adatta soltanto ad una bocca d'amianto), capture+photomatix+photoshop+fotografie odierne, luce non troppo potente, musica a volume corretto.
Manca solo la presenza fisica di qualcuno, ma infondoinfondo è ancora qui.

... While my guitar gently weeps ...

_ OFF _

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Y A W N

Alla fine l'esame è andato. Chi la dura la vince, oramai è il mio motto.
Ed infatti sono rimasta incollata al banco da martedì mattina ore 8.30 fino alle 18.30, in attesa che arrivasse il mio turno dell'orale, convintissima che il professore mi avesse preso di mira negativamente e che non vedesse l'ora di farmi un culo come un gommone.
E invece ci siamo fermati a chiacchiera dopo l'esame fino alle sette di sera.

Devo dire che è un uomo con i controcazzi e secondo me anche di animo buono. Come sempre sono l'unica a pensarla così, controcorrente alla maggiorparte dei miei compagni universitari.
Go on.

Questa mattina ho avuto un colloquio che spero mi apra una porta, o anche due.
Male che vada rimarrà l'opzione di trasformarmi in un divano umano per la mia gatta, che ancora non ha capito che non sono un cuscino o uno scaldino elettrico.
Nè io, nè tantomeno Beppe, il portatile.


Ora non mi resta che organizzarmi degnamente questi prossimi mesi universitari, non perdere il tempo per la via, rendere utile il viaggio in treno per preparare un esame.
Affacciarmi alla finestra e compilare una lista dei desideri abbastanza fedele al colore del cielo.
Da definirsi
Chiaramente.





[ Ma dormire? ]
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Cammino, cammino... e la strada mi sembra fatta di nuvole, di nuvole che scorrono veloci. Senza appoggi nè semplici ricordi.
Ma scorciatoie fatte di vite disfatte tra gli svincoli di vecchi, rossastri tramonti.


E' così che mi prendo per mano la sera e tutti i giorni a venire, disegnati sui fogli stropicciati dei miei mille e più luoghi comuni.


Briciole di terra umida sotto i piedi.
Ed io non mi perdo più.

_ La speranza è l'ultima. E basta. _

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I Porcupine si erano già superati con Stars Die, comunque.


Ho la testa stra-piena di nozioni, novità e proposte che custodisco strette sperando che vadano in porto, vecchie cose che tornano a galla...

Ho il fisico che sta chiedendo pietà, sono giorni che sembro una trottola impazzita, scavalco il mondo assieme agli sbalzi inevitabili di temperatura e di umore, con libri che si triplicano dentro gli zaini, con dubbi che riempiono le tasche, prosciugandomi il sorriso e spesso anche le parole, con un'intera casa dentro la macchina sperando che non mi inghiotta....
Non mi fermo un attimo e quando mi fermo mi sento in colpa. A meno che non sia il momento del tè caldo nella tazzona in cui mi rovescio dentro pluff, con un'entrata in acqua che nemmeno i cinesi olimpionici potrebbero...

Ma ad ogni modo sento che è un bel periodo, in cui mi piace fare, sbrigare, discutere delle mie passioni, ascoltare i punti di vista e condividere i miei con chi è disposto ad ascoltarli.
Sudarmi le cose mi ha sempre ripagato, e sarà così anche per questa volta.

Spero.



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Questa notte ovviamente non ho dormito una cippa. Credo siano state le 4.30 am quando ho chiuso gli occhi, una volta che la seconda Nuage è balzata fuori dal mio corpo, dandomi una randellata piuttosto violenta tra capo e collo.
Fuori dalla finestra, invece, i tuoni e la pioggia hanno improvvisato un insistente concerto notturno ed io che, nel buio della mia stanza, mi ripetevo tutte le seimila pagine studiate in questi giorni. Ovviamente improvvisando anch'io ed immaginandomi come sarebbe se sapessi le cose.
Secondo me proverei una bella sensazione.

Ho una voglia matta di fare una lunga passeggiata attraverso i prati, con quel maledetto vento che porta sempre consigli e inutile serenità nelle sue mani infinite. Di rapire tutto quell'ossigeno del cielo fino a vedere arrivare i nuvoloni, mentre lo soffiano via.
E mi
soffiano via...

_ Pigia di nuovo pausa..._

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...
E il vento forte che fa volare i capelli lunghi e tre fogli di desid
eri che svolazzano lontano... Per poi correrci dietro a riprenderseli.
Tenerseli stretti
finchè dal cielo non precipitano microscopiche infinite stelle
in un mare profondo e
verde intenso.


Sopra tutto.


Se vuoi ti ci porto di nuovo, basta non chiudere gli occhi
e tendermi la tua mano
...




_ Post Nucleare _

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Ho l'umore sotto le scarpe e sono a piedi nudi.
Dovrei iniziare a finirla di sentire la vocettina che mi dice - sei una nullità-
Anche perchè non si tratta solo di una vocina, ma di una palese realtà!
Sto veramente iniziando a pensare che è meglio che mi cerchi un'altra occupazione.
Del tipo....
Annaffiare i fiori?!

Il gioco del silenzio?!
Stare sdraiati sul divano ad inventarmi una nuova forma di depressione?!
Sticazzi?!
Vedi che volendo se ne trovano di cose da fare...

Comunque qualsiasi cosa succeda sarò esaurita così



Poi mi affaccio alla finestra (praticamente non esco di casa da Sabato mattina) per rinnovare il panorama dei libri e dei disegni e mi ritrovo un buzzurro con sei quintali di panza che strabuzza dal terrazzo, così. Come niente.

Che bello eh.
Roba da
"fantascienza da bere"
...

_ Dammi un Moment, please _

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Sto per avere una crisi isterica.
La giornata di ieri meriterebbe di essere narrata. Anche con una discreta cattiveria. Io e i programmi stiamo su universi paralleli, posizionati ad una distanza non trascurabile. Avrei dovuto terminare il trasloco portando via tutte le mie cose dalla casa di Firenze, andare ad una lezione salvalaurea nel pomeriggio e guardare gli esiti dello scritto di lunedì scorso. Ma ovviamente non sono riuscita a fare nessuna di queste tre cose e ho collezionato

A- un bel tamponamento in auto: una macchina con un conducente esaurito
e di dubbia intelligenza
non ha visto
la nostra Picasso ferma al semaforo rosso di uno dei vialoni di Firenze. Voi vi chiederete come è possibile. Cazzo ne so io?!

B- l'auto non si chiude più e il bagagliaio non si apre più. Niente trasloco, ovviamente.


C- sosta all'ospedale di Firenze per radiografia di prassi dopo il tamponamento. Peccato aver aspettato quelle 2 ore inutilmente, che sarebbero diventate 4 se l'infermiera non ci avesse gentilmente consigliato di tornarcene a casa.

D- Lezione salvalaurea trapassata. Nel frattempo scopro che ho passato lo scritto, ma non completamente... Quindi devo affrontarne un altro di sbarramento lo stesso giorno dell'orale. Se lo supero ho il via libera all'orale. In cui verrò
insultata pesantemente. Ma cos'è, una corsa ad ostacoli? Un maratona a chi la dura la vince?!
Ma sorvoliamo.

E- Tour in autostrada per tornare a casa. Una volta giunta (ore 19), passo per il Pronto Soccorso di Carrara in cui stranamente e celerermente mi regalano anpassàn dieci giorni di referto. Ma il collare col cazzo che me lo metto di nuovo. Per precisare.


In sostanza ho passato un'intera giornata senza morale della favola.


InKubo.


O anche in Ku.....

Come dici?
[ Shot by Andy ]

_ Good Morning?! _

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Sveglia all'alba, tanica di tè, pagine su pagine da stampare. Fuori il deserto. Eppure la gente riesce ad essere cafona anche se non esiste, a volte vorrei avere tantissima faccia a culo per dire le cose che penso sempre e comunque, invece guardo in aria e un po', lo dico, mi sento anche superiore.
Tazza rossa di caffè nerissimo... In ogni caso prevedo giornate molto lunghe.

Uno

due

tre


Speriamo non sia una falsa partenza...

_ Possibilità _

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Prima ho riascoltato Anesthetize dei Porcupine Tree... Tutta l'atmosfera di Ottobre scorso davanti ai miei occhi.
Di Firenze al tramonto, mentre mi facevo i giri dello stadio a corsa, cercando di non perdere qualche polmone per la via, cercando di liberare il cervello, cercando di respirare aria... Più aria fredda possibile.

L'imbrunire ed i miei pensieri a seguire, la rabbia positiva che aumenta mano a mano che sale la fatica.

Ecco.
In questi giorni mi serve solo questo, solo rabbia positiva, tantissima carica e voglia di credere nelle mie capacità...


Ad ogni modo ... Non credo che stanotte dormirò... E non credo che riuscirò a prendere sonno per qualche giorno ...
Olè.



_ Io e te non siamo numeri da scaricare _

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... Stamattina all'esame ero tesa come una corda tesa, ho appoggiato i piedi sulla sedia ribaltabile e si sono ribaltati tutti i libri e quaderni di non so chi.


Ho provato a salvare la mia compagna di banco che mi stava mostrando il suo foglio di calcoli alzandolo a sei chilometri da terra,
che probabilmente anche il satellite l'ha localizzata...
Ed in quel preciso mentre si materializza il professore, fulminandomi nell'immediato,
quando urlo

- Prendi il foglio -
Ovviamente a bassa voce.

Se mi agito divento un disastro, l'essere più imbecille e sbadato del mondo, collezionando disastrevoli gaff su gaff.

Tipo al ristorante.
Deserto nell'arco di miglia, io sussurro al tavolo
-Certo che il cuoco poteva comporre le porzioni una sopra l'altra- (dopo tre piatti in cui tutto era qualcosa sopra qualcos'altro, o sotto. A seconda)

Risatina collettiva

Voce fuori campo
- Avrei voluto metterla una sopra l'altra in effetti, ma poi sembravo troppo ripetitivo-

Il classico gelo del classico imbarazzo della classica tavolata tutta composta perfettamente distinta, tipo quella con i genitori e sorella e marito della sorella del tuo ragazzo.
E intanto la fossa sotto il tavolo me la scavo con i sandali e con i piedi, la sedia, lo stuzzicadenti, con i denti anche.

Va bene così.

Comunque, volevo come al solito
solo dire.
Nel mio corso c'è un tizio che viene vestito come Ricky Martin -she bangs- con tanto di laccetto a prova di capelli lunghi e soprattutto BAGNATI.

Camicia semiaperta, bocca semiaperta, sguardo -grrrr-
e via.

Ma perchè?!
C'ho la calamita casi patologici inficcata nella schiena, me la sento.


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Musica e colori terapia...
L'ombrello gigante arancione è planato di nuovo sulla terra in mio soccorso, assieme alla chitarra di Ben Harper e mani da raccogliere in abbracci, capelli da far svolazzare sulle pagine bianche del vento, piedi scalzi da far correre sul sentiero rossiccio che porta ad una nuova corsa. Fotografie, fotografie, fotografie. Voglio sommergermi gli occhi di volti, di attimi, di respiri che si mescolano con una vita da soffiar via e lasciar volare.
Lasciamola volare, lasciamola gocciolare fino all'ultimo ruscello che scorre i nostri desideri.

Senza passione non ce la farebbe, non sarebbe lei.

Non sarebbe,
credo.


_ Figurine _

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Volevo solo dire che nelle figurine i doppioni si scartano.

Nella vita è uguale uguale.

_ Manca un quarto a Settembre _

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Ho passato la mattinata in biblioteca, con la fidata compagna di corso a cercare di far girare i momenti nel verso giusto affinchè la nostra struttura mentale non diventasse labile, quella fisica secondo il mio inutile parere, è già alquanto compromessa. La biblioteca... Strapiena di studenti con i pantaloni dal cavallo
lievemente
basso, con cintura ciondolante incorporata (a cosa serve poi me lo dovete spiegare, visto che ballonzolate con le mutande di fuori. MA PERCHE'?!). Da frangette a righe punkettare, assieme a nubi di fumo di ODIATE SIGARETTE...
a incendiare la mia concentrazione e i miei capelli
che violentemente picchiavano sul tavolo di legno del giardino.
E fogli di carta appallottolati, scaraventati con innocente innocenza al di là delle sedie verdi dietro di me.

Davanti a me solo il nulla dilagante dell'ignoranza più nera...

... La pesantezza più sublime dell'unico mal di testa che va a tempo degli AC/DC, precisamente di
Girls Got Rhythm


Ci vorrebbe un temporale coi fiocchi, nel frattempo.



Ok, vado.

_ Siamo chiusi in una scatola nera, stella _

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[ Once_ Blackfield ]
Oggi ho un gran mal di testa.



Sogno... Sogno...
Sprofondo dentro i quadretti, immergendomi nel mare d'inchiostro blù
della mia stanza,
tengo saldo il cappello viola per le folate di vento e di sogno..
sogno...
I Blackfield nell'aria, le colline in alto,
la pelle che profuma un briciolo

di sole
a scaldare le goccioline di cloro che ancora scendono dai miei capelli umidi.
Fa fresco, il fresco che qui non esiste, il fresco che recide il fiato quando decido di salire ancora più in alto
e davanti ho una miriade di sfumature, così tanto verde fino a ingolosirne gli occhi.

Sogno... Sogno ...

I fari spenti nel sentiero come scia della notte, la quiete delle stelle che non sai quantificare: si chiama infinito.
Saprebbero spiegartelo bene, le stelle,
ma sono talmente lontane...

E gli unici capaci di ascoltarle sono i gatti
neri, distesi sui tetti
rossi
a far da balia ai capricci che ti sei dimenticato lassù, assieme a decine di sorrisi fondamentali.

Ho strizzato un occhio e gliel'ho promesso,
che prima o poi tornerò laggiù
a riprenderli.

_ Missione: IMPOSSIBILE _

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Okei.

Mentre pedalavo a ritmo compulsivo fino a consumare un po' di più di un pasto intero, nel senso che oltre a quello ho prosciugato totalmente le mie riserve IDRAULICHE...
ma tutto sommato,
il tramonto con il vortice di gabbiani mi ha distratto dalla fatica che, con calma stoica, stavo vincendo
e
, tutto moltiplicato,
sono talmente incazzata che avrei potuto tranquillamente raggiungere i 50 km... Chris Cornell forse aiuta anche un poco, tra l'altro.

Okei.

Ridimensioniamo un attimo il problema. Visto poi che si tratta davvero di unità di misura, di proporzioni, di kili su centimetri, di semplificazioni, di benedetti, stramaledetti
NUMERI
non è un gioco di parole.
Avrei infatti bisogno di una ca
sa intera fatta solo di tavoli per disporre di tutti i fogli necessari a trovare la soluzione,
più 24 ore simboliche che però durino qualche miliardo di giorno.
Ah sì, quelle tonnellate di pazienza endovena, proprio appena apro gli occhi al mattino
assieme alle teiere che deglutisco intere.
"Ne vuoi più di te?"
"Ma, già che non ne ho avuto niente come faccio a volerne più?"

"Aaaah, vorrai dire come fai a volerne meno!"
"E già! Si può sempre averne più di niente"
Quintali e quintali di lampi geniali a piovere dal cielo
tipo grandine
o rane.
Invece solo triliardi di capelli giganti che mi si moltiplicano, manco fossi il cugino IT.
Zero idee intelligenti e tantissime, moltissime palle
a scorrere sui carrellini o a dondolare sui pendoli.


Ore Ventuno e Ventitrè: si ricomincia.
OLE'.



_ Baby dream in cellophane _

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Equazioni odierne:
Domenica = relax Liguria = s.confine.
Certe volte non mi rendo conto di vivere in un luogo che offre le Apuane ad un passo ed il mare anche. Certo, basta non accontentarsi dell'acqua di Marina di Carrara e fare qualche chilometro in più, magari a piedi e verso il sentiero di Punta Corvo. Fatica sì, però poi

vuoi mettere? E mentre i barconi raccattano le famiglie e i pigroni per riportarli a casa, la spiaggia di sassolini si svuota, il sole diventa più gentile, quasi più silenzioso quando coccola le onde.

Questa mattina abbiamo scoperto un luogo speciale [ link ], ed arrampicandoci ancora più in alto con la Moxer
il vento ha spalancato la finestra su un orizzonte che ancora non avevo visto
così vasto.
Peccato non aver avuto un grandangolo con i controcazzi, ma alla fine
le migliori foto si fanno con gli occhi.

Si, ti piacerebbe!
Io se non FRIZZO i luoghi, le atmosfere, le persone, la vita disegnata dalla luce, se non fermo i ricordi mi viene l'orticaria, ci smanio.
Ed infatti ci tornerò attrezzata, lezione numero 20


essere pazienti.

Sto usando troppe zeta?
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Le gambe chiedono pietà, gli allenamenti sfogacervello della settimana e di stasera si stanno facendo sentire, assieme alla mia amica BlùNotte
che mi chiama a gran voce.

Vado, con permesso.