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Vi scrivo seduta sul marciapiede di una strada, che attraversa la copertina in bianco e nero del libro appoggiato su quel comodino.


Mi sveglio alle 5.50... Il mercoledì e il venerdì mi tocca. Mi faccio la mia doccia bollente, di quelle che vaporizzano il vetro del bagno. Tutto sommato mi sveglio riposata e -quasi- fresca (prima della doccia, prima) .
Mi vesto: canotta arancione, maglia a maniche lunghe arancione, felpetta arancione completa di cappuccio. Colazione con thè e zuccheri avviati.
Treno 6.49. Entro e penso che un potente narcolettico abbia fatto effetto sui 2/3 dei presenti dentro il vagone, scartando l'ipotesi più ovvia: sono morti dal sonno.
In quanto respirano e russano pure.

Mi rannicchio nel sedile blu scuro del treno e inizio a leggere il libro per le due ore di viaggio. Lo finisco pure, cercando di decifrare le ultime pagine piene di aforismi incomprensibili.
Vabè, ci metto dei puntini di sospensione e morta lì.

Arrivo all'università verso le nove circa, trovandola inspiegabilmente deserta mentre un enorme, improponibile, gigantesco punto esclamativo piomba di fronte a me, nel cortile.

Ho bisogno di un altro tè ( di carta) dalla macchinetta dei corridoi e salgo in aula 8. Deserta.
Ahah.
Come dici?
No, dicevo. E' deserta.

Ahah.

Dove minchia sei PROFESSORE?!
Inizio a vagare in solitudine tra le aula sbiancate, opposte al colore della mia IRA ELEVATA AL CUBO. Salgo le scale, anche quelle che non esistono. Le salgo uguale.
E infatti nella landa della desolazione più sperduta incontro il PROFESSORE. E gli dico
- scusi, ma. Non fa lezione stamattina?-

Credo che mi abbia detto che c'era assemblea e che io non lo sapevo. Cioè. Che non lo sapevo me lo sono detta da sola, mentre camminavo per le vie di Firenze tornando in stazione, incrociando ventimila fotografi della domenica, anche se oggi è venerdì.
Pensando che non sarebbe un cazzo male come mestiere e che non mi dispiace quando mi chiedono perchè non lo faccio per lavoro. La fotografa, intendo.

Peccato che non so mai dare una motivazione.
Ma se mai dovesse accadere

PRIMA

PRIMA

devo vincere la battaglia tra ME e la NON LOGICA DEI CERVELLI.

E' che è una questione di principio, oltre che di controllo.
E' una questione di principio.

2 Comments:

Anonimo ha detto...

soy de mexico y vi tu trabajo en spraygraphic, me gustaron mucho tus fotos.
Trate de leer los textos que escribes en tu blog pero no se italiano asi que los tuve que traducir con el google traductor.

Urban Dreams (Siena) fue una de las que mas me gustaron.

Solo queria que supieras que me han gustado tus fotos eso es todo.

bueno hasta luego

Anonimo ha detto...

forte, m'è piaciuto nuage
rende l'idea...