Eccomi!

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Valencia
In un giorno rosso a caso.

Sì lo so.
Che ci sono sempre stata.
Ma ogni tanto mi capita di perdermi da qualche parte, di vagare per sentieri inutili che non portano da nessuna parte, se non a stancarmi e a perdere energia.
A essere un po' meno io.
Devo dire che questi giorni di febbre mi sono serviti per fare un po' di chiarezza nel cervello, per ottenere una sorta di ordine mentale. Ma quello che più mi premeva era arrivare al mio "ordine discreto dentro il cuore".
Al che sono tornata, con il cervellino in moto, risvegliato da nuove idee, rincuorato di nuove mete da raggiungere e moltissime da concludere.
Il segreto è credere in quello che si fa e finchè avrò cento darò cento.

Mi manca la mia leggerezza.

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E con questa frase potrei chiudere il post, ma vorrei andare oltre.



Mi manca quella parte del mio carattere che in questo periodo avrei voglia di ritrovare e di tenermi stretta. Vorrei farti capire che è la parte più bella e che non riuscire a trovarla mi fa sentire in difetto. Vorrei trovare un modo per riuscire a spiegarlo.
L'essere leggera fino in fondo, far star bene le persone fino in fondo, dire le frasi fino in fondo, espormi fino in fondo. Lasciarmi alle spalle i fantasmi, i volti, le parole, i gesti, non gesti, le fantasie, il fatto di immaginarmi le cose. Sono stanca di questo meccanismo che ho messo in moto nel mio cervello e che sta diventando autodistruttivo.
Mi irrita aver lasciato che molti eventi prendessero il sopravvento, che la responsabilità di questo sia soltanto mia. Mi irrita aver saputo più di quello che avrei dovuto sapere, soprattutto per il mio bene. Mi irritano i miei pensieri, le mie domande, le mie convinzioni, vedere le cose da lontano e non sentirmi parte integrante. Aver pensato di prendere un' altra strada in silenzio, dar retta alla parte vigliacca di me che vuole fuggire a sè stessa piuttosto che comprendere il motivo di una paura.
Non è così che funziona.

Io non funziono così.

Oh, l'ho detto.
Che cazzo.

<<< restart

BLOW OUT

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Certe persone le guardo da lontano: sono la sintesi di tutto quello che non sarò mai, credo, ma che in certi momenti vorrei essere per provare a -sentire- meno.
Qualche volta sono stanca di vivere tutto a trecentosessantagradi e al cento per cento, allo stesso tempo essere quella che sta meno male offrendo una spalla, una gamba, un braccio. E' uguale.
Vorrei stare in punta di piedi ed in superficie. Uscire tutta agghindata senza sentirmi goffa e impacciata con tutti gli accessori carini, bellini e femminili. Preoccuparmi per delle emerite stronzate come quale paia di converse comprare, leggere le riviste, entrare in un centro commerciale ed uscire con tante borsine dell'ultima moda, circondarmi di persone così, le stesse che quando parlano sembra mi stiano facendo la supercazzola.
Ad ogni modo per qualcuno sono state e saranno speciali ed uniche.
Quindi a volte mi chiedo che senso abbia.

Happy life, happy faces...

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Questa vacanza mi ha rovinata!
Sono state le mie parole durante i festeggiamenti del matrimonio di mia cugina, fin troppo floreale, fin troppo spagnolo... Ed avevo ragione, vista la febbrina del ritorno.
Attorno ad un tavolo di risate, bottiglie di vino, salsine speziate, scattare foto a caso, perché al buio completo è difficile mettere a fuoco qualcosa.
I piedi nudi sprofondati nell'erba umida, la luna chiara da laggiù. Gli invitati che ti prendono in simpatia, i bambini che ti fanno le facce buffe in risposta alle mie, ti si mettono in posa ma aspetti che non siano più in posa per scattare, finire a ballare Bob Marley con la nikon al collo che non si sa mai.

L'acqua tiepida sulle gambe, riconoscere qualche voce lontana dei metri, fare video scemi e le foto brutte da vacanza che ho sempre voluto fare.
Non avevo mai visto l'oceano.
Tutto intorno scorre
sedersi sulla riva in solitudine e chiudere gli occhi a tutto quel sole, quel vento.
Sorridere, nel sentirti vicino al cuore.

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Avete il pennello , avete i colori,
dipingete voi il paradiso
e poi entrateci.


Ogni volta che leggo queste poche parole mi sento meglio,
come se tutt'intorno fosse vuoto
ad aspettare,
ed io avessi me a disposizione per fare della vita un arcobaleno.

Prima o poi lo faccio

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Assolutamente.

Parto con una cinquantina di rullini, l'analogica, prendo un treno a caso e chi mi ama mi segua
oppure chi s'è visto s'è visto.

Comunque vada avrò sempre me stessa a farmi compagnia
e direi che non è poca cosa.



... E mi sogno i sognatori che aspettano la primavera ...

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Stasera mi viene da ripensare a quella letterina che ti ho fatto recapitare qualche mese fa.
Al fatto che avrei anche voluto rileggerla insieme, un giorno. Riderci su.
Ero quasi convinta che a 'sto giro la vita avrebbe potuto piacevolmente sorprendermi, perché avevo fatto un passo in avanti.
E tutte le parole che spesso mi tengo in un posto inutile, tra il cuore e le labbra, le avevo messe lì, nero su bianco e poi sarebbero passate a te.
Cosa ci poteva essere di sbagliato. Era la cosa più giusta da fare.
Invece il tempo, a volte, se ne frega, spesso portandoti via le cose migliori, dal basso verso l'alto con fare sicuro come per chiederti
cos'altro poteva mai accadere, secondo te?-
Il tempo altre volte ti segna la pelle, ti scava dentro mettendoti a nudo, guardandoti
bene bene in viso.

Comunque niente.
Era per dirti che nonostante il tempo passi e tu abbia preso il tuo treno a vapore
io ti porto ancora con me, dentro la stessa canzone. E va bene così.


Negli occhi della gente una certa malinconia.

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Se l'estate fosse iniziata potrei certamente dire che si sta per dirigere alla deriva.

Il cielo si rabbuia prima, ma ancora con un arancio intenso dietro a nuvolone scure, quando fanno capolino. Le maniche lunghe colorate, qualche ombrello di qui, i bambini che saltano le pozzanghere e io a rubarli, portandomeli via in qualche foto.
Un'estate composta dalle solite serate composte dalle solite persone e dalle solite risate. Quindi lucine nuove colorate
da vedere e riaccendere prima di addormentarsi, dentro il freddo di una casa mobile
sotto una coperta nerissima di stelle.
Genova notturna, perfetta, in modo così assurdo e silenziosa. La sensazione di perdere qualcosa tra le mani che quasi quasi la lascio andare prima io.
Mi sembra la sensazione di vertigine, una spinta incontrollabile verso il basso, verso il vuoto.
Ma ne vale davvero la pena, di vivere ogni cosa in modo viscerale se la vita diventa come osservata dal punto più alto.

Che la paura poi
passa.




Se vuoi la magia...

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... togliti l'armatura!
La magia è molto più forte dell'acciaio!




"C'è chi si mette degli occhiali da sole per avere più carisma e sintomatico mistero"

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Bello avere dei limiti ed incazzarcisi, bello riuscire ad imparare qualcosa, incamerare, tenerselo stretto, bello che non ci sia un nome ma un modo di fare, bello rimanere così impressi nelle persone e dare un'impressione positiva
negativa.

Bello spacciarsi per la parte debole, bello che la gente ne sia convinta, bello stare un gradino sotto al piedistallo e vedere distintamente cadere da lassù, bello stare coi piedi per terra

ed essere in India, Africa o
tra i cieli bluissimi
soltanto immaginati
bello aprire gli occhi e trovarti lì che stai dormendo.

Dovessi scegliere
non mi cambierei con nessun altro.

Se vuoi, vuoi.

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Voglio viaggiare, vedere ancora tantissime cose. Stare all'estero per un po'.
Arredarmi una casina mia, non troppo grande, con qualche angolo iper colorato ed un divano comodissimo vicino ad una grande finestra che affaccia sui tetti, tutti l'uno accanto all'altro.
Voglio una parete su cui scrivere quello che mi passa per la testa, un'altra su cui appendere fotografie a seconda dell'umore, a seconda dei miei sogni.
Entrare nell'ingresso, posare le borse, la giacca, sciogliere i capelli e sentire quell'abbraccio che mi fa capire di essere finalmente a casa.

Un giorno vorrei una famiglia, dei figli, delle responsabilità grandi.
E poi al mattino, mentre mi rigiro assonnata nel letto, ritrovarmi a fianco la persona che voglio avere accanto anche a distanza di dieci, quindici, vent'anni.

Sì, guardarla
e sorridere.





Penso ad un cielo

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lontano dal mio...




... I veri viaggiatori partono per partire e basta:
cuori lievi,
simili a palloncini che solo il caso muove eternamente,
dicono sempre “Andiamo”, e non sanno perché.

I loro desideri hanno le forme delle nuvole.

Charles Baudelaire


Oltremare

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Alcune cose diventano suoni conosciuti, che ogni tanto cambiano
colore o forma
oppure colore e forma.
Alle volte sono qualcosa di diverso, al confine tra vissuto e immaginato,
sul filo trasparente della realtà e del sogno, del dormiveglia e della veglia.
Non sai mai se sono vicine a te per davvero, se al risveglio continueranno ad esserci.
E quando le ritrovi avverti un senso di familiarità che non è routine, o noia, o abitudine.

E' come se fossero sempre state lì ed io me ne fossi accorta solo che in quell'istante.

Abbi una felicità delirante.

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Mi piace guardare la quotidianità, il modo normale in cui si manifestano le cose pensando che ci sia qualcosa di bello da fermare.

E' che mi piace che ci sia veramente qualcosa di bello da fermare

da non lasciare andare via

una parola una mano un sorriso uno sguardo un pensiero un treno un foglio di carta che vola una fotografia la luce

Ognuno dovrebbe poter abbandonare il pianeta terra per trovarsi altrove,
in un luogo in cui tutto è concesso.

Anche la felicità.

Wicked game

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Volevo solo dire
dopo circa vent'anni che cerco il titolo di questa canzone


l'ho trovato.

Troppe cose strane, già...

Spiralling

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Ieri mentre mi allontanavo dal caos di un sabato sera immerso nella gente, frettolosa e inutile oppure inutilmente frettolosa
mi stavo immaginando come doveva essere quella scogliera con lo sfondo blu notte e il profumo forte di mare.
A sedermi accanto il buio, il silenzio delle strade notturne, i suoni di sottofondo.
Quelli che ti concedono di estraniarti, che ti isolano la musica, gli occhi degli altri, i gesti distanti.

Solo per quei pochi minuti fondamentali in cui capisci che
se durassero di più
non avrebbero senso.



Slow down...

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Se oggi potessi essere qualcosa di diverso da me stessa mi vedrei da lontano
come una mano che segue l'aria fuori dal finestrino di un'auto, sfiorando i profili delle colline, del cielo quasi bianco
oppure vorrei essere osservata da molto vicino
tipo una gocciolina di pioggia leggera ad accarezzare una superficie liscia e curva,
con tutta la calma del mondo e senza perdere tempo
ad avere fretta.

Elogio alla lentezza.

Non avere paura di avere un cuore.

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Non è un caso se certi posti ci richiamano a sé. O forse sì, ma non ha importanza.

Certi spazi ci parlano, con dei rumori di sfondo dissonanti, oppure con un silenzio assoluto, calmo ed ovattato.
Una piccola porta che si chiude, piano,
isolandoci dal resto.

Certi muri ci costringono a guardare su, da dove arriva uno spiraglio di luce
la superficie liscia su cui scendono lentamente tante gocce
e scivolano come due mani che si cercano
fino a che non rimangono fisse a guardare te. Ferme chissà dove, chissà per cosa.

Certi luoghi si inclinano, sembrano sbagliati perché ci danno noia
quando è proprio questa la loro forza.
Il fastidio, il fatto che non riusciamo a camminarci diritti
il fatto che
non possiamo farci niente.

Certi sfondi sono disegnati, o sono finti perché ci sembrano finti
e ci richiamano alcuni fumetti di quando eravamo piccini, messi nel cassetto.
I tetti inclinati e scuri, la nebbia fredda, qualcuno che si affretta sull'uscio di casa tutto vestito di nero e un ombrello colorato, un gatto alla finestra
con la coda a punto interrogativo.

Certe strade continuano ad essere come due occhi che ti seguono mentre cammini,
tanto anche se sei a testa bassa te li senti addosso uguale
e cominci a farci l'abitudine.

Io vivo così,
a sensazioni.





Vento, nuvoloni bianchigrigi e cielo blu...

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"... se avessi piu' giudizio non lo negherei
che se avessi casa ti riceverei
che se facesse pioggia ti riparerei
che se facesse ombra ti ci nasconderei
se fossi un vero viaggiatore
t'avrei gia' incontrata
e ad ogni nuovo incrocio
mille volte salutata..."

Da questa finestra non so come sia possibile
ma il cielo sembra ancora più vasto e le nuvole pare che scappino
ancora più veloci.
A volte sarebbe da allontanarsi con la stessa classe.
Una calma apparente
soprattutto perché i pensieri non sono semplici da scardinare.
Figurarsi poi se sono luminosi
e magari un po' sbagliati.

Dato che pioveva

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Quando sei a giro e vedi qualcosa che vorresti fotografare
e vedi già la foto
e sai che verrà esattamente così come l'hai vista ancora prima di scattare
perché secondo me certe cose esistono solo per essere fotografate
e le noti proprio perché le fotograferai

c'è un'unica cosa che devi fare e cioè fermarti
e fare CLICK
anche se le uniche cose utili che hai per farlo sono i tuoi occhi, la tua testa
e il fatto che il mondo in quel momento gira nel verso esatto che ti stai immaginando tu.

I always get what I want

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"Nell'universo della mia pazzia
ho una nuova teoria
per me la gente
vola.
"

La cosa bella è che ci sono strade riservate alle persone curiose.
Queste strade non sono importanti perché ti portano da qualche parte, ma perché mentre le percorri c'è sempre
qualcosa di nuovo,
qualcosa che ti era sfuggito
oppure che prima proprio non c'era
o più semplicemente
che non volevi vedere.
Quindi il viaggio diventa piacevole e la meta perde di valore.

La cosa bella è che, quando ti ci trovi,
c'è un momento in cui vedi chiara solo la fine e le cose sono due:
o ci vai a sbattere
o torni indietro.
Ma come ho detto
queste strade sono riservate soltanto alle persone curiose.

La cosa bella è riderci su.

Alberi inesistenti

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Quando sono insofferente ho l'abitudine di percorrere chilometri a piedi, con della buona musica, meglio ancora se improvvisamente piove e le piazze si svuotano, fino a che non diventano simili ad una scacchiera a colori
tutti uguali.


E mentre meditavo se non è il caso che sia io a dileguarmi nello stesso modo silenzioso col quale sono arrivata, lasciando alla gente le proprie convinzioni inutili
su come misurare l'intelligenza guardando un libretto universitario
oppure evitando di ascoltare perché si ha la presunzione di non averne bisogno




mi sono trovata davanti un bimbo con gli occhi giganti, immobilizzato nel guardare un'arcata che lo sovrastava.
Ho tirato diritto, ma continuavo a chiedermi cosa ci trovasse di tanto interessante nel vedere le cose da quel particolare punto di vista.
Così sono tornata sui miei passi
e ho capito che aveva ragione.






"Ci sono sogni che vivono così intensamente nelle menti di certi uomini che
anche se non si realizzano diventano semi
che fanno germogliare lo stesso sogno
nella mente di un altro."
F. Scianna

Like spinning plates

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Io ultimamente non ho più un filtro al cervello.
Cioè una volta, per lo meno, le considerazioni mie inutili me le tenevo nella testa senza esternarle liberamente. Adesso no.
Senza ritegno.
E la cosa buffa è che sto imparando anche ad essere diplomatica.
Non che tutto questo abbia un senso, effettivamente.
Comunque

se mi sento dire che vivo su un mondo a parte anche da altre persone al di fuori del solito cerchio, vuol dire che proprio sì. Non ho più un filtro al cervello.

La principale novità è che tornerò clandestinamente (e per un breve periodo- credo) a Firenze, nelle cui strade potrò finalmente camminare normalmente, senza sembrare una pazza invasata alla ricerca di un qualsiasi treno utile.
Tra l'altro non c'è dubbio che mi perderò di nuovo nel trovare la via di casa, in quanto ho senso dell'orientamento pari ad una qualsiasi cosa
non abbia alcun senso dell'orientamento.
Magari riuscirò anche a trovare del tempo per fare delle foto a Firenze con il grandangolo iper spinto, visto che mi piace vedere le cose attraverso l'obiettivo grandangolare iper spinto, ma sappiamo tutti che non ci riuscirò mai perché mi dimenticherò la macchina fotografica e ogni volta che passerò dal duomo o dai vicoli o da dovunque mi manderò gli accidenti perché mi dimentico sempre tutto e ho anche il coraggio di dire che non è vero.
Okèi.

Tutto questo perché vorrei fare un po' troppe cose.



Inutilità

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Veramente. Avrei anche voglia di scrivere, ma questo mal di testa mi lascerà mai o è perenne?!
Mica sarà il marchio dell' architettodenoartri come quella cosa al dito (medio, ma è solo un caso) perché tieni la penna, matita per vent'anni male e allora quando entri ad architettura ti dicono che è il segno dell'architetto?
No così.

Traslo i disegni
e di conseguenza la mia gatta che ci sta spalmata sopra- perché lei si diverte ad usarli come parco giochi, specialmente quando sono carinamente stesi sul tavolo-
nel letto che non uso
e ciao.

Comunque bello il letto che non uso,
nel senso che mi piace come cosa da dire.
Il letto che non uso.
Vabè.


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Dove sei
?




I have seen the light

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Marzo è quasi deleterio come Febbraio, con il vantaggio però che mi leva la pazienza, quella dose minima che posseggo a cose normali.
Quindi divento assai più stronza. E' come se fosse un assioma: l'assioma della stronza(ta).
Tutto ciò giova particolarmente al mio cinismo, che vedo con gioia tornare alla base e che è quello che mi serve per arrivare senza esaurimenti a Luglio.

Le cose di cui necessito urgentemente sono:

A) Riacquistare una vita sociale che sia effettivamente sociale, un po' più appagante delle parole scambiate col controllore del treno o con lo schermino Partenze/Arrivi di Trenitalia, o delle chiacchiere confezionate nelle pause pranzo/pause caffè/pause corso normale degli eventi.

B) Riappropriarsi di un aspetto degno, tralasciando quello così chiamato -pre esame- il quale, non si capisce ancora bene come mai, è da qualche mese che me lo porto dietro.
Per uscire di casa con altri vestiti che non siano la tuta e con altri capelli che non siano simili a coperchi per teiere.

C) Riaddormentarmi rilassata ma soprattutto risvegliarmi rilassata, senza quei tripli s c r o c alla cervicale, probabilmente causati dall' addormentarmi di botto sul pc, o mentre leggo un libro e mi cade la testa

D) Ritornare ASSOLUTAMENTE a correre. VENTO IN FACCIA.
C'è da dire, comunque, che mi ritengo soddisfatta della velocità e grinta competitiva del mio passo stazione.
Qualcuno mi dica che non sono l'unica a fare le gare coi passanti, dando loro un piccolo vantaggio per poi accelerare d'improvviso a ritmo di musica nelle cuffie e superarli impunemente.
E cosa dire poi, quando si ha lo zaino, la zavorra del computer su una spalla (quella destra, perché la sinistra oramai è passata a miglior vita) e si riesce a passare avanti a tutti: uomini aitanti, donnette con passo spedito ma coi tacchi - vostra rovina! - , o meglio con le ballerine -hophophop-, ragazzetti carichi come muli che mantengono uno sguardo di sfida verso la sottoscritta. Niente! Non c'è verso.


Oddio, forse una vacanza...

4 Minute Warning

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Certe volte, cioè in realtà oggi
mi domando che senso abbia cercare la stabilità, quando indipendentemente dalla nostra volontà le cose possono drasticamente cambiare,
irragionevolmente sparire.
Poi alla fine siamo sempre lì, che ci si crede. Ancora più felici e imbecilli di prima.

D'altra parte, mentre tengo la mente iperattiva, mi rendo conto di volermi inventare un altro Venerdì.
Lo vorrei in movimento, come nei preparativi per un viaggio. Lo vorrei sotto una luce diversa, leggera e rarefatta.
Vorrei sentire delle frasi speciali, anche velocemente tra un passante ed un altro, camminando senza musica nelle orecchie.
Così. E se fossi assorta mi distrarrebbero. Mi accontenterei di una distrazione, forse è tutto quello che voglio.

Alla fine il mio è un problema vigliacco:
quando mi accorgo di dover sostenere le paure altrui
ho paura.

Io se avessi una penna ti scriverei, se avessi più fantasia ti disegnerei.

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Quante volte mi basterebbe semplicemente dire quello che realmente sto pensando, tirare fuori le palle e dirlo. Invece sono lì, che cerco una scusa, che mi sembra di tergiversare.
Cazzo.
Certe volte mi piacerebbe doverlo fare.
Andando ancora più a fondo del sogno
sarebbe bello non poter dire niente
affatto
qualche minuto di conversazione in silenzio
così avrei detto tutto
e poi, chi lo sa,
magari ci potremmo anche capire.

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Non sono niente.
Non sarò mai niente.
Non posso voler essere niente.

A parte ciò, ho in me tutti i sogni del mondo.
F.Pessoa





Reckoner

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Necessità. Perché è così importante? Chissà se a qualcuno è venuta voglia di ragionarci su, se ci ha ripensato, se certe parole martellano nel cervello, oppure scivola tutto addosso, via. Come se nessuno avesse mai detto niente.

Oggi mentre tornavo a casa e come al solito ero sul treno e come quasi sempre ascoltavo i Radiohead e come spesso accade guardavo fuori dal finestrino e come a volte succede rubavo un po' di qua e un po' di là dalle persone attorno e come raramente capita alcune di esse hanno attirato la mia attenzione e come mai
chissà
mi sono ritrovata con una strana sensazione addosso, come di consapevolezza.
Non guardo le persone come se fossero persone, o meglio anche, ma come se fossero fotogrammi, delle fotografie,
dei tagli, dei chiari momenti.
Le cose fuori
prima non lo erano, prima che qualcuno le pensasse e prima che occupassero uno spazio.
Prima, nel senso
non esistevano.

Non c'era molto altro
solo io, la musica, qualche nuvola, che per fortuna forma ancora disegni diversi.
Il resto sembrava il mondo.

E stavo bene.



All I Need

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"Copiavo il gesto,
ma del contadino mi mancava la saggezza - l'occhio esperto che capisce il cielo, e misura il suo scontento. "
A. Baricco - Emmaus

Degree Zero of Liberty

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Quando ho molte cose da dire non sono capace a dirle. Ultimamente
sì, ultimamente
vorrei urlare, smuovere le persone, intrappolarle
mentre cercano di sviare, nascondersi, fino ad arrivare a credere
di esserci riusciti.

Punti
di
fuga.


Forse è anche per questo che ho iniziato a fotografare

?



Peace & Love

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Alla ricerca di qualche buona notizia. Non so, pare che non passino più da quest'incrocio.
Oltre ad aspettare, ed è un'attesa che, personalmente, mi logora, oltre ad accontentarmi di quelle bricioline semi positive che oramai ci se le fa bastare, oltre a non parlare mai di quanta tristezza ho in fondo al cuore perché alcune cose sono cambiate troppo in fretta e non torneranno in nessun modo com'erano prima...
Ed io detesto ammetterlo, dover mandare un' email a tarda notte e dire che sono in difficoltà. ODIO che non dipenda da me.

Oltre a questo normale corso degli eventi, non posso far altro che trasformare la negatività in energia, cercando di scacciare il buio da chi è vicino a me, da chi sta esattamente come me
e mi vuole bene.
Investire nello studio, concentrarmi, restare iperattiva, parlare di nuove idee fotografiche e delle nuove sedute rampicanti con nuove personcine da ritrarre. Del futuro.

Ma quanto cazzo vorrei essere una macchina, in questo periodo.

PS.
Molto spesso mi sono fatta scrupoli con la gente, giustificandola per alcuni atteggiamenti assai discutibili. Quando la stessa gente non ha aspettato un secondo a gettare fango o a mettersi sul piedistallo quando sono stata io a sbagliare .
Sempre secondo il proprio punto di vista e quell'EGO da esibire.
Ed io, scema, a mettermi in discussione, quando forse non mi era chiaro che non gliene fregava un bel nulla di stare a discutere. Bastava dicessero la loro per sentirsi a posto.

Perché bisogna sempre lasciar correre, ignorare, lasciare l'ultima parola, giustificare, comprendere chi non ha un altrettanto minimo di riguardo?
E non c'è da pensarci un minuto di più.

ECCO. Il mio grande rammarico resta di non averla mandata a 'FANCULO questa stessa gente, nel momento esatto in cui se lo meritava ampiamente.

So
Peace and Love.

Neve al Sole

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E' la volta di Antony nelle cuffie, del mio dovere odierno fatto, della camomilla bollente a breve nella tazza, delle luci che si indeboliscono

Il futuro che bussa alla porta

toc
toc

toc

qualcuno che è come neve al sole
mentre piano piano si scioglie

e scompare.


Io in questi giorni mi sento silenziosa
e penso che sia bello, essere silenziosi.




Go slowly ...

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Cosa mi piace. Ora come adesso molte cose.
La sensazione di empatia, comunicare, stimare.
L'ansia di quando sto per fare qualcosa di importante. Le decisioni e l'essere decisi. Quando so di fare la cosa giusta.
I dubbi. Il tatto. Pensare a qualcuno lontano ma avvertirlo così vicino.

Non dare e non avere una seconda possibilità.

Alcune frasi scritte che mi restano nel cuore. Alcune canzoni che restano in loop nelle cuffie o semplicemente i suoni ripetitivi.
Stringere forte una mano e sapere che aiuta a stare meglio.
Credere in qualche mia stupida convinzione, tipo quella sopra.
I colori che mi porto addosso, che mi porto dentro.
L'impegno.
Le persone sconosciute che scambiano una battuta e mi fanno ridere.
Alcune stranezze dei miei amici.
Essere vulnerabili, essere indifesi, disarmati e... uscire allo scoperto.
Quelli diretti, che mi dicono le cose come stanno e mi spronano, mi svegliano, mi smuovono.
Quei momenti di cui non mi capacito, quando cammino per la strada e mi sembra tutto nuovo, tutto diverso, tutto inspiegabilmente lento, come se la mia vita la vedesse un altro.
O come se io vedessi la vita di qualcun altro.
Quando scrivo queste cose e ne sorrido, perché le penso davvero e non sono drogata. Quando so che anche ad altri succede, e ne sorrideranno altrettanto.
Anche se non ce lo diremo mai.

Stare in silenzio, a guardare qualcosa.

Condividere.

La quadratura del cerchio

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Mi fido. Diffido.
Basta poco, qualche piccola differenza.
Diffido della pienezza dei buoni sentimenti. Di quelle persone che sputtanano le parole perfette ai quattro venti.
Costruirsi la poesia con una tale SEMPLICITA'.
Diffido di quelli che mi vengono incontro col sorriso in faccia, così, perché fa una buona impressione.
Tu non sai chi sono io
beh no.

Conosco una persona, con molti ci parlo, con qualcuno scambio sguardi. Altri mi attraversano la strada, o si affacciano ad una finestra mentre passo io, o mi guardano storto, perché non sono inclini.
Migliaia sono sconosciuti, resteranno tali. E viceversa.
Tu non sai chi sono io
beh no
chi ti dice che lo voglia sapere.

Il guaio è essere anche troppo puliti, troppo geniali, anche troppo a tempo.
Voglio vedere il fondo, il difetto, lo sbaglio. Voglio vedere l'inganno perché tu sia
credibile.
Sono diffidente, scostante e spesso incostante.
Giochi di parole, giochi di vita,
il centro non sei tu,
il centro non sono io

il centro è ancora una volta spostato
di qualche millimetro più avanti.

Shut down

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Okèi, lo dico.
Questa sera sono veramente e aggiungo veramente stanca. Mica fisicamente, che magari avessi quella stanchezza buona come quella post corsa.
E' una stanchezza mentale.
Ho il desiderio di cambiare aria, anzi, di cambiamenti ancora più drastici.
Ho voglia di scambiare idee, parole, novità, occhi. Così. Stare su una panchina ad
ascoltare, avendone il piacere.

Oggi pensavo che alcune persone entrate nella mia vita non hanno ancora un ruolo ben definito e allora a me piace immaginare quale sia.
Forse è questo il problema principale, la fantasia, la testa per aria, la mia non logica della vita e assoluta metodicità in tantissime altre cose.
Il fatto che, finché non è come dico io, non c'è verso. Non mi fermi mica.
Ad ogni modo è comunque bello dare cento, anche se si ricevono randellate nel muso.

Ma tanto non sono mai contenta, probabilmente in caso contrario vorrei soltanto la mia cara routine.

Okèi.



Can anybody fly this thing?

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Compagnia della pioggia, della micia sotto la coperta azzurra che fa le fusa, del caos delle mie cose sparse e dei disegni da ultimare... Delle luci di una notte che avanza fuori, con il passo che sa solo lei.
Quando cambia il ritmo di quella canzone mi viene in mente un'immagine... Una ragazza vestita di tanti colori che inizia a girare su sé stessa, in un prato verdissimo o forse
nel cielo.
E poi, rallentando, guarda fisso verso di me, accenna un sorriso,
scosta le nuvole, allontanandole veloci. Magari chissà, dice qualche parola

non contraddire i miei sogni
mai.



Prossima cosa da fare.


Fix You

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Oggi è una di quelle giornate che stride con il sole ed i colori pastello nel cielo.
Oggi vorrei che per davvero la musica che ti posso dedicare si rivelasse utile, che le parole servissero, perché è l'unica cosa che riesco a dare.
E' che sono convinta che le lacrime non servano, per questo in davvero pochi mi hanno vista piangere, non ci riesco. E' che... non sono quelle che rimangono.
Chissà come mai ci ricordiamo delle persone solo quando sorridono, solo perché sorridono.

Per quello vorrei che qualcuno si sedesse davanti a me, mi guardasse diritto negli occhi e fosse capace di rispondere a tutte quelle domande
che mi è difficile fare.

S C O R R E R E

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LOOKING GLASS

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Spotlight parolachiave: sensazioni.

Trova la differenza

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fra quello che sembra
e quello che già c'è.










Un'assurda ragione.

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Perché studio architettura
Perché faccio fotografia
[Da guardare in assoluto FULL SCREEN
Se non avete dieci minuti di tempo prendeteveli]


The Third & The Seventh from Alex Roman on Vimeo.

CARTE DA DECIFRARE

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Per quanto mi riguarda sono in stasi.
Ferma, completamente.
Tipo come quei sogni, in cui sei lì che vuoi metterti a camminare, a correre, a parlare, urlare e senti la ZAVORRA ancorarti a terra.
Ecco. Proprio così.

Ti capita mai?
Di non ricordarti come si fanno certe cose, eppure sai sì, sai che le sai fare perché le hai fatte molte volte.
La famosa ansia da foglio bianco
che a me SEMBRA bianco
anche se poi non è AFFATTO bianco, a 'sto giro.



A chiunque dovrebbe essere concessa della musica, prima di prendere un'altra strada,
lontana e parallela alla tua.
Oppure per contratto
dovrebbe avanzare TEMPO
di un saluto

Cure me

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Ti sei mai chiesto perché alcune musiche di cui non comprendi il testo ti entrano dentro l'anima e le senti parte di te? Bene.
Se poi provi a leggere il testo lo capisci, il perché.
Almeno, a me succede così.


Comunque questa mattina siamo partiti male.
Ore 6.30 vagonata di liceali infestanti il treno per Firenze. E ci tengo a precisare che vagonata è nel vero senso della parola e non solo per i vagoni.
Al che, viaggio iper chiassoso.
Invece mi domando, ma perché le persone perfette sconosciute sul treno si confidano, raccontando i propri affari di cuore e di vita e quant'altro?
Non è che se non ti mando affanculo te ne devi approfittare.

Durante il ritorno a casa, ma anche appena uscita dall'aula, mentre scendevo le scale, attraversavo la strada, guardavo i passanti da dietro le lenti scure e quel bel vento freddo sul viso
avvertivo quella sensazione fastidiosissima che io ho associato al concetto di delusione. Meglio, di aver deluso
qualcuno
o forse solo me stessa
o magari entrambi

?

Se da un lato l'autocritica è costruttiva, dall'altro specifico lato (cioè il mio) l'autocritica è distruttiva. Questo, per inciso.

Ma chi dice che sia sbagliato?

IL DONO DELLA SINTESI

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Il tasto CANC è pericolosamente vicino alla mia mano.




Where I end and You begin

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Ha senso rovistare nelle cose vecchie?
La risposta è sì.
Però puoi anche non trovarci niente.
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" C'è un giorno, nella vita di ogni uomo, in cui un pensiero si arresta sull'esistenza come un'istantanea. Tutto ciò che prima appariva confuso comincia improvvisamente a mostrarsi più chiaro, potete scorgere la realtà così com'è, senza quella distorsione causata dai vostri sogni."
Alessandro Cascio - Touch and Splat


Dopo le dodici ore di tutto, posso affermare varie e svariate conclusioni.

- la mente è incontenibile. Ma se ci sommi l'incontentabile, allora siamo finiti. O infiniti. Come vedi è tutta questione di punti di vista.

- le persone mancine, forse chi studia 'ste cose me lo può spiegare ( comunque non importa tanto è così uguale) hanno una creatività al sopra dell'ordinario.
O per lo meno tutte le persone mancine che conosco. Non che la creatività sia l'ordinario.

- non ci sappiamo spiegare mai bene a sufficienza.

- di conseguenza quando una cosa funziona è perché smuove qualche corda soltanto a guardarla. Voglio che sia il mio motivo.

- devo fermare l'immagine della piazza dove Santa Verdiana, con tutte le ombre dei lampioni e della gente che passa e del cielo sopra. Mi piace anche quando è tutto bianco e piatto, sembra un disegno lasciato a metà.

- quando chiedo "Scusi, mi può scaldare un panino?" E' perché vorrei esattamente quello che ho chiesto. E cioè un panino scaldato, niente di più, niente di meno.

- no, ho pranzato con un pacchetto di cracker, alla fine.

- sì, lo so. Ho dei capelli che non c'hanno un verso, la pelle cadaverica e tutte le venuzze rosse dentro gli occhi. Ma bevo tanta acqua, quindi va bene così.

- progettare ad occhi chiusi è più semplice, in quanto hai un sacco di giustificazioni se il risultato fa cagare.

- progettare ad occhi chiusi e con i Radiohead nelle cuffie. Vuoi mettere?

- progettare, in sostanza. E non è un gioco di parole.

- devo fare una spedizione punitiva al brico, domattina.

57 secondi di sole.

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2 punto 30

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"Nuvole ...
Esse sono tutto, crolli dell'altezza, uniche cose oggi reali fra la nulla terra
e il cielo inesistente;
brandelli indescrivibili del tedio che loro attribuiscono; nebbia condensata in minacce incolori; fiocchi di cotone sporco di un ospedale senza pareti.

Nuvole... Sono come me,
un passaggio sfigurato fra cielo e terra, in balìa di un impulso invisibile, temporalesche o silenziose, che rallegrano per la bianchezza o rattristano per l'oscurità , finzione dell'intervallo e del discammino, lontane dal rumore della terra, lontane dal silenzio del cielo.

Nuvole... Continuano a passare, continuano ancora a passare, passeranno sempre continuamente, in una sfilza discontinua di matasse opache, come il prolungamento diffuso di un falso cielo disfatto."


[ F. Pessoa Il libro dell'inquietudine.]

A.A.A cercasi dialogo illuminante. [Cioè "la risposta è dentro di te, ma purtroppo è sbagliata" ]

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Vorrei che la mia testa fosse un foglia di carta bianco, i pensieri come una matita a punta fine, le mani della fattezza delle mie idee.
E parole.


- MI - vorrei sollevare.

E il bivio.

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E comunque, quanto cazzo mi odio?!
I muri sono di GOMMA a confronto
non che mi dispiaccia.

The Escape Artist

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Oggi disintossicazione totale e after hour di progettazione.
Allora se c'è un mese che puntualmente detesto è Gennaio.
A parte il fatto che quest'anno proprio non mi sono resa conto dell'esistenza delle festività, o del capodanno, o del natale, eccetera eccetera eccetera.
Testimone il fatto che alla mezzanotte del trentuno ero a vedermi un film assurdo sprofondata nel piumone con Andrew, avevamo già cenato, bevuto, acceso e spento quei troiai di stelline cinesi, mentre fuori il diluvio e non chiedevo di meglio.
Ma poi, ribadisco: Gennaio!
Ritmi scombussolati, il 7 devo alzarmi alle 5.30, cioè roba da ridere, dopo che per una settimana non ho fatto altro che andare a letto oltre le due o per lavorare al progetto, o per brindare a qualsiasi cosa esistente, o per pensieri cupi vari ed eventuali.
Gennaio è da abolire,
lasciamoci in balìa dell'inverno, che c'è frega del tempo.
Già, che ce frega.
E invece.

Ho voglia di bianco e nero, cristallino e nitido come il cielo di oggi
ma anche ruvido, rumoroso, imperfetto

impronta affondata nella pioggia.

Sì.