Non avere paura di avere un cuore.

|

Non è un caso se certi posti ci richiamano a sé. O forse sì, ma non ha importanza.

Certi spazi ci parlano, con dei rumori di sfondo dissonanti, oppure con un silenzio assoluto, calmo ed ovattato.
Una piccola porta che si chiude, piano,
isolandoci dal resto.

Certi muri ci costringono a guardare su, da dove arriva uno spiraglio di luce
la superficie liscia su cui scendono lentamente tante gocce
e scivolano come due mani che si cercano
fino a che non rimangono fisse a guardare te. Ferme chissà dove, chissà per cosa.

Certi luoghi si inclinano, sembrano sbagliati perché ci danno noia
quando è proprio questa la loro forza.
Il fastidio, il fatto che non riusciamo a camminarci diritti
il fatto che
non possiamo farci niente.

Certi sfondi sono disegnati, o sono finti perché ci sembrano finti
e ci richiamano alcuni fumetti di quando eravamo piccini, messi nel cassetto.
I tetti inclinati e scuri, la nebbia fredda, qualcuno che si affretta sull'uscio di casa tutto vestito di nero e un ombrello colorato, un gatto alla finestra
con la coda a punto interrogativo.

Certe strade continuano ad essere come due occhi che ti seguono mentre cammini,
tanto anche se sei a testa bassa te li senti addosso uguale
e cominci a farci l'abitudine.

Io vivo così,
a sensazioni.





1 Comments:

Alessandro Melillo ha detto...

allora ci sei sempre.
voglio dire,
non t'ho immaginata.
bella foto, il bambino e quel posto.
è densa di significato.
ci sentiamo nel futuro.
:-)