Reckoner

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Necessità. Perché è così importante? Chissà se a qualcuno è venuta voglia di ragionarci su, se ci ha ripensato, se certe parole martellano nel cervello, oppure scivola tutto addosso, via. Come se nessuno avesse mai detto niente.

Oggi mentre tornavo a casa e come al solito ero sul treno e come quasi sempre ascoltavo i Radiohead e come spesso accade guardavo fuori dal finestrino e come a volte succede rubavo un po' di qua e un po' di là dalle persone attorno e come raramente capita alcune di esse hanno attirato la mia attenzione e come mai
chissà
mi sono ritrovata con una strana sensazione addosso, come di consapevolezza.
Non guardo le persone come se fossero persone, o meglio anche, ma come se fossero fotogrammi, delle fotografie,
dei tagli, dei chiari momenti.
Le cose fuori
prima non lo erano, prima che qualcuno le pensasse e prima che occupassero uno spazio.
Prima, nel senso
non esistevano.

Non c'era molto altro
solo io, la musica, qualche nuvola, che per fortuna forma ancora disegni diversi.
Il resto sembrava il mondo.

E stavo bene.



2 Comments:

Alessandro Melillo ha detto...

Dovremmo essere sempre così. Dire poche parole, tutte sensate.
Come scrivi bene, Chiara, e col mal di testa che mi ritrovo oggi queste poche righe sono state un breve momento di sollievo.
Grazie.

Nuage ha detto...

Ne sono contenta.
:)