Alba prima dell'esame

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Ho gli occhi che rimangono aperti a fatica, sul treno mi sembrava di essere come quei bambini che, ovunque si trovano, riescono comunque a cadere nei sogni più profondi. 
Ed io uguale, specialmente dopo:

- notte praticamente insonne
- sveglia alle 5.30 del mattino
- aver assunto consistenza di pongo per essermi rannicchiata sui sedili del treno durante le due ore di viaggio

( Tra l’altro un ragazzo davanti a me, una volta arrivati, con fare sprezzante

“Mi hai rubato il posto del piede, sto cercando di fregartelo da un’ora. Ti invidio.”

“Hm. Solo perchè non stai come sono messa io da due ore”

“Non ti invidio”)


- aver affrontato un orale cercando di ricordarmi QUASI tutto, ovviamente il quasi è stato determinante... Meno male che una sorta di intraprendenza è venuta in mio soccorso.

( Secondo me questa cosa ai professori piace. Anche al liceo era uguale. Oddio, devo ammettere che in realtà la professoressa di analisi e fisica mi odiava... Vabeh, pietra sopra. 
Ma voglio dire, come si fa a spiegare fisica con i post-it,senza scrivere una formula alla lavagna e spiegando la dimostrazione a voce??! )

- aver percorso la distanza università-stazione a piedi con lo zaino a zavorra sulle spalle in circa 9 minuti. Tipo che se andavo a corsa ci mettevo di più.



Insomma. Tutto per dire niente. 
Domani è prevista una giornata di full immersion fotografica, prima di iniziare la totale distruzione fisica e mentale con tecnica delle costruzioni. Spero di tornare con molte foto

(l’ho detto e quindi ne farò, forse, una a modo)


Con permesso.

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