Tutti i tetti del Mondo

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In ordine...
Nelle mie giornate passate mi sono trovata davanti innumerevoli panorami, neve alta, saliscendi su colline verdissime e nuvole stratificate. 
Strade bianche, texture rossa e occhi vivi. Talmente pieni che io non lo so proprio come si fa fotografarli.

E tra un pendio ed un altro, tra inquadrature mancate e parole preziose di un grande fotografo, le strade ci hanno condotto dentro una notte gentile, al profumo di tartufo ed ancora un poco di legna.
Di quel profumo che si respira soltanto nei silenzi delle stradine minuscole, tortuose. Che mi lasciano un po’ senza fiato perché si affacciano su una realtà antica. 
Così mi rendo conto di quanto io sia piccola, di quanto sia nulla e di quanto sia bello essere un microscopico tassello.
Capace di sentire.
[ Qualche foto qui. ]

Il rientro di Lunedì mi ha catapultato immersa nei doveri fino al midollo, invece.
In alcuni contatti sterili, sprofondata nel nervosismo.
Tisane di caffè tra le mani, i sorrisi che contengono un confezionato “Ciao, a presto” senza volerlo, tra l’altro. E il mio sguardo in fuga generale dietro l’angolo.

Quando esco dall’università mi capita spesso di guardare le finestre degli ultimi piani, quelle che dialogano direttamente col cielo. Sono estranee a chi si trova sempre per terra. A chi ci cammina senza sentirla mai sua.
Questo pensiero mi rilassa, così come quando sono sul treno e guardo verso l’alto fuori dal finestrino.

E tutto sembra finalmente più lento.

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